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LA TEORIA DEL BUCO SPAZIO TEMPORALE

(Estratto di un articolo apparso su Repubblica)
Vedi un amico che dice: mi devono pagare da un anno. Incontri un senza tetto che si lamenta: da dieci anni mi hanno promesso la casa. Ma non si era tutto risolto? Sì, ma poi… Poi c’è sempre un poi. Qualcosa ancora da mettere a punto. Forse sui giornali pensano che non vale la pena di parlarne, perché si tratta solo di qualche dettaglio insignificante. Una verifica burocratica, una firma che manca. Un timbro che era sbagliato, ma adesso hanno capito qual è quello giusto, lo mettono e la questione è risolta.
Intanto però la vita politica siciliana sembra essere stata inghiottita da un buco spazio-temporale. Da una parte ci sono le cosiddette emergenze, e dall’altra le rispettive soluzioni. Ma sono due piani destinati a non incontrarsi mai. E in mezzo c’è l’abisso dello spazio e del tempo. Funziona più o meno così: sulle pagine dei giornali prima approdano le emergenze. Poi, a distanza di qualche giorno, ecco pronte le soluzioni. Un decreto apposito, una frattaglia di bilancio si riesce sempre a rimediare. Ma siccome le emergenze sono tante, l’indomani su giornali e televisioni ci sarà sempre una nuova emergenza che soppianta la vecchia. Tanto ormai quella è acqua passata. Il problema è che a tutti prima o poi capita di avere cognizione di causa, ossia essere coinvolti personalmente in una di queste emergenze. Oppure di conoscere qualcuno che sia coinvolto. E in questi casi la realtà e la sua rappresentazione mediatica divergono radicalmente, al punto che tu stesso dubiti della tua percezione delle cose. Qui c’è scritto che le tasse sono state abbassate. Dev’essere solo un problema tuo, allora. E ti nascondi. E minimizzi. Ti vergogni, persino. Amici e parenti chiedono in buona fede: ma non era tutto risolto? Sì ma…
L’esempio lampante è l’inaugurazione del parcheggio sotterraneo davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo, che è stato inaugurato l’estate scorsa e nella comune percezione invece risulta ancora chiuso. In questo caso si può quantificare ampiezza e profondità del buco spazio-temporale: sei mesi. Ma forse nella quarta dimensione il parcheggio è davvero aperto, e siamo noi umani, coi nostri sensi limitati che non ce ne rendiamo conto.
Il parcheggio, comunque, almeno hanno fatto la fatica di scavarlo e costruirlo, mentre nella maggior parte dei casi, sindaci, presidenti e relativi assessori hanno ormai scoperto che per finire sulle pagine dei giornali non è necessario “fare” qualcosa. Basta “dire di avere intenzione di” fare qualcosa. La conferenza stampa si sovrappone alla notizia in sé, fino a coincidere perfettamente.
Gli indici di produttività del parlamento siciliano sono ai minimi storici. Un provvedimento come il Piano Casa viene rinviato di settimana in settimana senza nessuno scrupolo di coscienza, nell’estenuazione dei cittadini direttamente interessati, che pure avvertono ogni notte distintamente l’assenza di un tetto sulla loro testa.
In generale, sono trascorsi quasi due anni dall’insediamento del nuovo governo regionale, e l’impressione è che i nuovi proprietari ancora stentino a prendere confidenza col mezzo meccanico. Le poltrone sì, quelle subito: ma resta da capire dov’è il volante, l’acceleratore, la frizione, cose del genere. È vero che ci sono stati vari assestamenti e almeno un paio di rimpasti sostanziosi. Ma ogni messa a punto costituisce il pretesto per ricominciare da zero. Oltretutto ogni assessore, sentendosi sul punto di trasferirsi altrove, prima di svuotare i cassetti annuncia di aver risolto tutti i problemi. Stampa e televisioni prendono atto: e però il problema rimane. Anche perché nel giro di qualche settimana si procede col rimpasto. Nessuno andrà a chiedere conto e ragione all’ex assessore delle promesse inevase. E se anche succedesse, l’ex assessore potrebbe sempre allargare le braccia e dichiarare che se gli avessero lasciato il tempo… Il buco spazio temporale è un tappeto sotto il quale finisce moltissima polvere, confidando sempre che qualcun altro- i posteri, il futuro assessore, Mastro Lindo – provvederà a sollevare il tappeto e fare pulizia.
(...)

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Roberto Alajmo | 25/02/2010

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