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OGNI TOPO MORTO E' BELLO A MAMMA SUA

(Oggi sull'Unità)
Ammettiamolo pure: è successo negli ultimi vent’anni che la magistratura surrogasse indebitamente la politica. Con un’indagine si sono fatte e disfatte carriere. Per la verità più a sinistra (Marrazzo, Delbono) che a destra (Berlusconi, Bertolaso).
Ma comunque. Adesso arriva quest’inchiesta su Di Girolamo. Certo: bisogna aspettare la sentenza definitiva, eccetera. Ok. Però le fotografie pubblicate dall’Espresso e le intercettazioni possiedono un’evidenza che lascia pochi dubbi, dal punto di vista dell’opinione pubblica. Tenere distinto il giudizio penale da quello morale è facilissimo in casi del genere, pur sapendo che sui tempi lunghi è probabile che finiscano per coincidere perfettamente.
Stavolta però è successo qualcosa di diverso. Niente arrampicate sugli specchi. Da un giorno all’altro, con singolare unanimità, l’intero arco parlamentare ha deciso di scaricare Di Girolamo. Alla luce pure della telefonata in cui il suo dante causa lo tratta da strofinaccio, il senatore arriva quasi a fare pena. Per lui niente barricate, niente garantismi. L’unanimità e la tempistica lasciano pensare che qualche puzzetta Di Girolamo dovesse averla fatta, durante la sua carriera di uomo politico.
La puzza l’avevano sentita da lontano i magistrati che già in passato ne avevano chiesto l’arresto. L’aveva sentita l’opposizione, che pure siede su scranni distanti. Ma chi gli stava accanto? Non aveva sentito nessun odore? Eppure era stato candidato, era stato eletto ed era stato salvato dalla precedente richiesta d’arresto.
Allora, per capire come funziona l’indebita surroga della magistratura magari funziona un esempio. Ai proprietari di gatti succede, certe volte: l’adorato micio porta in salotto, a mo’ di regalino, un topo morto. Orrore! Dove mai lo avrà preso? Orrore, certo. Però bisogna ammetterlo: in casa la puzza si sentiva da un pezzo.

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Roberto Alajmo | 01/03/2010

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