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LA MUNNIZZA PERCEPITA

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo, con l'autorizzazione dell'autore)

Ormai ti sei convinto di essere finito in un buco spazio temporale alla Philip Dick, dove le cose che vedi e senti tu non sono le stesse che vedono e sentono gli altri. E siccome gli altri sono maggioranza, sei tu a essere in difetto.
Oggetto: la munnizza.
Tu la munnizza la vedi. Credi di vederla. Esci da casa e la vedi. Ne senti l’odore. Rientri la sera, e l’ultima cosa che vedi è la tua discarica di riferimento, coi suoi scaldabagni abbandonati, i sacchetti che fanno massa critica e quasi ti impediscono di aprire il cancello. Poi però accendi il televisore e il tg parla di cose tipo la nuova pettinatura della cantante Arisa (un grosso ricciolo sulla fronte ottenuto attorcigliando i capelli su un rotolo di carta igienica - Sic). Ci sono sempre, sì, dieci minuti di munnizza: ma sono concentrati tutti nella prima parte, quando si vedono i faccioni della politica. Poi non c’è nessuna cesura: si passa direttamente da Capezzone e Arisa, di modo che viene quasi nostalgia di Capezzone (Sic 2). Manca la parte di mezzo, quella in cui non si parla né di politica né di cazzate - salvo quando cazzate e politica coincidono, cosa neanche tanto rara. Manca, in particolare, tutta la parte che dovrebbe riguardare la vita delle persone. In particolare della montagna di munnizza davanti casa tua, non si parla mai. Da nessuna parte.
Ora tu ricordi perfettamente che quando la munnizza era napoletana, ossia di produzione Centrosinistra, tracimava dalle prime pagine di tutti i giornali e telegiornali. Si leggeva di turisti che scappavano, di epidemie di colera sul punto di scoppiare. La spazzatura napoletana era un’emergenza nazionale, e come tale andava affrontata e risolta. Oltretutto erano telegiornali di Centrosinistra, a quei tempi: che dovevano a rigor di logica glissare sulla spazzatura del proprio schieramento. Ma intanto, se ne parlava.
Ora, invece, niente. La munnizza di Palermo, che è munnizza di Centrodesta, risulta invisibile. Pare ci sia una specie di embargo. Come se volessero fare una sorpresa all’opinione pubblica e rivelare tutto solo quando scoppierà una pestilenza. Ma anche in quel caso: non c'è da giurarci. Morirai col telecomando in mano, cercando notizie della peste sul telegiornale: e non ne troverai.
Ma per tornare al buco spazio temporale che si è aperto nella tua percezione della realtà: è come se - abolita per decreto la mafia, stabilita l’inesistenza del problema munnizza – Palermo appaia nelle cronache nazionali soltanto sul tg della domenica, con la spiaggia di Mondello e il giornalista che proclama “Domenica all’insegna del bel tempo su tutto il territorio nazionale…”
Ogni volta che succede, e succede spessissimo, tu pensi che allora sei tu che sei sfigato: perché giusto davanti casa tua invece piove. Piove munnizza, oltretutto.

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Roberto Alajmo | 14/06/2010

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