OLTRE LO SPECCHIO
(Contributo per una ricerca dal titolo "Quale č la percezione che uno scrittore ha di se stesso?")
Uno degli sforzi maggiori che possono chiedersi a uno scrittore č quello di posare per una fotografia. A parte l’ironia possibile – “figuriamoci gli altri, allora” – la questione č seria, perché uno scrittore č tenuto a dare di sé un’impressione, se non seria, almeno “pensata”. Dev’essere per questo che nelle fotografie spesso gli scrittori si reggono il mento con una mano: per rendere l’idea di quanto peso sia concentrato nel loro cervello.
Fare una faccia intelligente č uno sforzo enorme per chiunque, e figurarsi per chi č tenuto a esserlo sul serio, anche e soprattutto in fotografia.
Nelle foto io di solito cerco di nascondermi. Quando il mio volto viene ritratto per intero ho sempre la sensazione di apparire brutto o peggio ancora scemo. Non mi piacciono gli occhi, non mi piace la scucchia. Invece se nascondo la scucchia gli occhi vengono bene, e viceversa.
Insomma, mi sforzo di offrire sempre un’immagine solo parziale, che chi guarda possa integrare con un suo libero contributo. Come sono io lo so, forse, ma qui sei tu a doverlo indovinare.
Adesso, cara committente, tu obietterai che mi avevi chiesto di parlare della percezione che ho del mio essere scrittore.
E io posso solo rispondere: appunto.
(Foto di Gigliola Siragusa)