DIECI SECONDI
Distinguere un buon direttore d'orchestra da uno ottimo è roba da specialisti.
Succede che invece la differenza fra un direttore ottimo e uno fantastico ridiventa roba alla portata di (quasi) tutti.
Righe scritte dopo avere ascoltato al Teatro Massimo di Palermo la Nona Sinfonia di Mahler diretta da Daniel Harding con la Swedish Radio Symphony Orchestra.
Per buona parte del concerto si capisce che si tratta di unottima esecuzione.
Poi arriva quel finale dolorosissimo della Nona, con gli archi che confinano direttamente col silenzio.
La musica scivola dal pianissimo al nulla, e già questa è una questione delicata.
Ma è dopo che ogni archetto si è staccato dal violino che Harding ottiene il suo capolavoro: dieci secondi di silenzio assoluto.
Dieci secondi in cui persino il pubblico, dove sempre cè qualche esibizionista che ci tiene a essere il primo a battere le mani, rimane attonito.
Dieci secondi di purissima, laica spiritualità.
Dieci secondi in cui non succede niente, se non che Harding porta lentissimamente una mano sul petto.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci.