REMIX: IO CONFESSO
Che Luigi Veronelli, se mi guarda dall’alto dei cieli, possa perdonarmi.
Che possano perdonarmi tutti i profeti del dio Bacco, sempre sia lodato.
Ieri sera ho fatto una cosa per cui al Gambero Rosso negheranno di avermi mai avuto fra i loro collaboratori.
Ma non posso negarlo: l’ho fatto.
Ho aggiunto acqua al vino.
Posso dire a mia discolpa che quattordici gradi mi parevano troppi per una cenetta leggera.
Gli uomini l’hanno fatto fin dal tempo degli antichi greci. Lo faceva mio padre, e mio nonno prima di lui. D’estate ci aggiungevano il ghiaccio, persino.
Poi a un certo punto non l’ha fatto più nessuno. Non in pubblico, almeno. Mescolare acqua e vino da qualche decennio a questa parte è diventato socialmente inammissibile.
Siamo diventati tutti intenditori, tutti bevitori di qualità.
Ebbene, posso dirlo? Aggiungere un po’ d’acqua fresca al vino rosso mi è piaciuto.
Sì, sì: mi è piaciuto.
E se non mi arrestano prima, lo rifarò.

Roberto Alajmo | 26/04/2016
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