L’ULTIMA LEZIONE INVOLONTARIA DI CONSOLO
Andando a Sant’Agata di Militello per il funerale di Vincenzo Consolo forse ho metaforicamente capito in che cosa consiste la degenerazione italiana di questi anni.
Visto che perdurava la siccitŕ di carburante, assieme a un amico abbiamo optato per il treno. C’e n’era uno che ci avrebbe consentito di arrivare in tempo.
Se fosse partito puntualmente.
Ma dopo mezz’ora eravamo ancora sul binario in attesa che arrivasse il convoglio, in assenza di qualsiasi comunicazione. I tabelloni insistevano per le 13,08, procurando a un centinaio di persone in attesa l’impressione di essere finiti in un buco spazio-temporale: secondo Trenitalia eravamo partiti da mezz’ora, ma noi avevamo come la sensazione di non essere manco riusciti a salire sul treno. Non c'era, il treno.
Quando siamo riusciti ad arrivare, con quasi un'ora di ritardo su un percorso di due, il funerale era ormai terminato. Ma ecco l’ultimo insegnamento di Consolo: l’essenza dell’evoluzione degenerativa italiana: prima i treni partivano in ritardo, ma almeno i passeggeri venivano avvertiti.
Ora, manco questo.

Roberto Alajmo | 24/01/2012
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