IL PANE DURO E IL COLTELLO CHE NON TAGLIA
La scelta di un presidente di commissione o di un giornalista in quota opposizione, avvelena i pozzi del voto dopinione.
Chi abbia mai frequentato un ambiente falsato dalla lottizzazione può capire di cosa parlo. I danni del consociativismo sono devastanti e duraturi. Perché il soggetto in questione viene sì, dallo schieramento di minoranza, ma è scelto dalle forze di maggioranza. Che lo selezionano non certo sulla base della meritocrazia.
Al contrario: più risulta scemo il prescelto in quota Pci (o Margherita, o Pd), e meglio è per la manutenzione del potere quo ante. Addirittura vale una presunzione di colpevolezza: se un dirigente viene dall'opposizione, perciò stesso è un cretino.
Cretino anche chi da anni pensa che questo genere di compromessi, questi strapuntini di potere, possano servire a costruire qualsiasi tipo di consenso.
Immaginarsi quanto può essere demoralizzante, per le persone di qualità, assistere a questo massacro del merito.
Bisogna rifiutarsi di scegliere fra stupidi e mascalzoni: sono peggiori entrambi.

Roberto Alajmo | 06/02/2012
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