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L'ESTATE CHE ERAVAMO

(Da oggi e fino al 13 aprile alla galleria XXS di via Venti settembre 13 si può vedere la mostra "Lido" di Angelo Cirrincione. Quello che segue è un breve testo scritto per l'occasione)
Sono forse sette giorni in tutto. Sette giorni ogni anno. Sette giorni in cui i palermitani che si trovano a passare dal lungomare di Mondello, dicono: Finalmente stanno togliendo le capanne.
È possibile grossomodo individuare anche quali giorni: dal 16 al 22 settembre, più o meno. È in quest’arco di tempo che a Palermo l’estate scivola nell’autunno, a prescindere da ogni considerazione stagionale o climatica.
Sono i giorni in cui le cabine balneari vengono abbandonate dagli affittuari e affidate al personale della società Italo-Belga per essere smontate.
È un breve limbo durante il quale ciò che resta all’interno delle cabine rimane in balia di chiunque. Qualche volta può capitare di trovarci un salvagente bucato, ma soprattutto rimane la carta con cui erano state foderate e personalizzate le singole cabine, secondo una consuetudine che nasce, probabilmente, per neutralizzare connessure e fori da cui sia possibile scrutare l’interno mentre magari qualche signora si cambia.
Le fotografie di Angelo Cirrincione sono un occhio che arriva a scrutare quando la vita ormai è altrove, e coglie però la malinconia di una estate felice che se n’è andata trascinandosi dietro secchielli, palette, palloni, canotti, amori, calori, partite a carte, teglie di pasta al forno avvolte in un panno.
L’estate che eravamo, insomma, e abbiamo perduto.

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Roberto Alajmo | 31/03/2012

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