GIOIUZZA MIA
Mancano due mesi, e già locchio è stremato dallinquinamento paesaggistico dei faccioni. La cartellonistica pubblicitaria elettorale non è mai stata così lombrosianamente minacciosa. Nella carica dei lapardei che aspirano a un seggio in consiglio comunale è difficile trovare un anelito di bellezza.
Eppure cè.
Lei ti è apparsa improvvisamente, a una fermata dellautobus, come in un romanzo scritto male.
Si chiama Gioia.
È bionda, gli occhi azzurri, le guance rosee, l'aria candida. Una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie, una Cenerentola invitata al ballo elettorale malgrado ogni complotto del destino.
Il suo aspetto innocente fa ancora più tenerezza per contrasto, se accostata ai faccioni truci che l'accompagnano e al partito in cui si candida, che appartiene allo schieramento di Centrodestra.
Peggio ancora: il partito di colui che più di ogni altro a suo tempo aveva sponsorizzato lesecrabile giunta Cammarata.
Viene in mente la celebre battuta di un film western in cui il cowboy entrava nel più sordido dei saloon e si rivolgeva alla cantante: che ci fa una ragazza come te in un posto come questo?