IL RAZZISMO VALE ANCHE ALL'INCONTRARIO
A costo di giocarmi la stima di qualche amica, devo dire che non mi convince la tesi secondo cui Rosi Mauro è stata sacrificata in quanto donna come capro espiatorio delle malefatte leghiste. È opinione che circola in ambiti diversi, sia di sinistra (Paola Concia, Iaia Caputo) che di destra (Flavia Perina).
Che sia stata capro espiatorio non ho dubbi. Né che sia stata sacrificata in nome del familismo amorale, per salvare i figli del Boss e scaricare la coscienza di quelli come Maroni che adesso cadono dal pero.
E’ che sia stata sacrificata in quanto donna, che non mi convince. Le streghe venivano bruciate perché condannate sulla base di accuse inesistenti. Qui nessuno pare dubitare del fatto che la pasionaria leghista abbia tenuto un comportamento immorale.
Gli unici due a venire espulsi sono stati lei e Belsito, il tesoriere. Ma nessuno si sogna di dire che Belsito è stato espulso in quanto uomo.
Sogno un mondo in cui ognuno venga giudicato per quel che fa, non per la categoria a cui appartiene. E questo vale in un senso e nell’altro.
Rivendico il diritto di affermare che un determinato ebreo è uno stronzo, che un singolo individuo di colore è un ladro.
Non ho intenzione di lasciarmi paralizzare la coscienza dal fatto che una persona come Rosi Mauro appartiene alla metà femminile del mondo.