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L’INTRUSO PROFESSIONALE

Eccone un’altra. Fa parte di una serie di tre immagini. Ci sono mio fratello, mia madre e mia zia seduti su una panchina, proprio nel giardinetto che si trova alle spalle di Notre Dame. Siccome c’era un po’ di posto, s’era venuto a mettere sulla stessa panchina anche un signore sconosciuto.
In tutte e tre le foto, l’unico che sempre tiene lo sguardo fisso in macchina č l’intruso. Una delle tre č presa dall’angolazione opposta rispetto a lui, proprio nel tentativo tagliarlo fuori dall’inquadratura. Ma proprio in quell’attimo lui si sporge e di fatto č il protagonista anche in quello scatto.
Siccome i vestiti sono identici, io col tempo mi sono convinto che si tratti dello stesso signore che ha invaso la foto davanti all’Opéra [LINK] . A farci caso, piů o meno allo stesso modo sono vestiti un paio di passanti nella piů celebre immagine di Doisneau, Gli innamorati dell’Hotel de Ville.
Si potrebbe immaginare che, almeno dal dopoguerra alla fine degli anni Sessanta, a Parigi era attivo un maniaco che si aggirava per tutti i luoghi di attrazione allo scopo di rovinare le fotografie dei turisti. Aspettava il momento giusto e si piazzava davanti. Perché lo faceva? In quanti album di famiglia č riuscito a infilarsi? Quante volte, anche a distanza di decenni, di fronte alla sua immagine incongrua qualcuno ha chiesto: e questo chi č?
Magari aspirava a una specie di immortalitŕ. E in un certo senso l’ha ottenuta.
Devo ricordarmi di scriverci su un romanzo, prima o poi.

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Roberto Alajmo | 18/06/2012

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