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LETTERA CUBANA II

(Segue)
...Il fatto è – giuro – che se anche tu fossi partito con l’intenzione di farti fare molti pompini da dieci dollari ciascuno, a Cuba la voglia te la fanno passare gli altri italiani che incontri lì. Gli italiani, assieme agli spagnoli, sono i turisti che vengono più numerosi, e ci vengono proprio per quel motivo lì.
Li vedi, questi italiani, con la loro bandana in testa per preservare la pelata dal sole tropicale, coi loro occhiali neri fascianti, con le loro braghette al polpaccio, coi loro tatuaggi e pizzetti, coi sigari appena comprati che tengono spenti per disinvoltura.
Li vedi per strada con le cubane appena conquistate. Parlano ad alta voce e si trovano perfettamente a loro agio, perché a Cuba tutti parlano ad alta voce, tranne quando parlano del governo.
Li vedi e ti immagini che lavoro fanno, che automobili comprano, che giornali leggono, per chi hanno votato, che mogli insopportabili devono aver lasciato a casa, insopportabili almeno quanto loro. Li vedi e la voglia di farti fare un pompino ti passa istantaneamente. Gli italiani a Cuba sono un ideale deterrente erotico.
Perché poi bisogna pure dire una cosa: da quando il governo ha dato una stretta all’iniziativa privata nel settore specifico, la prostituzione, da soft che era, è diventata decisamente hard. Prima ti facevano credere e magari credevano anche loro di essere interessate a te, o a qualche cena al ristorante che potevano scroccarti. Magari potevi illuderti che loro si illudessero di farsi sposare da te.
Adesso, per guadagnarti il tuo famoso pompino non basta una cena, né tantomeno il fascino italiano o le promesse di matrimonio e ricongiungimento familiare in Europa: devi cacciare i dieci dollari - o anche più, se si tratta d’altro.
Ora, basterebbe fare due calcoli: a parte i dieci dollari, ci devi mettere anche il costo del viaggio e del soggiorno, eccetera, eccetera. Per cui, a conti fatti, un pompino ti viene a costare un sacco di soldi, ma veramente un sacco.
Tanto che, se proprio per una cosa del genere devi pagare, ti converrebbe trovare una soluzione più economica e a portata di mano. Tuttavia questo semplice calcolo non lo fa nessuno, se no non si troverebbero lì tutti quegli italiani con una mano che brandisce un sigaro spento e l’altra posata sul fianco di una minorenne.
I più inspiegabili sono i giovani, perché ti immagini che volendo, una fidanzata gratis potrebbero trovarsela anche al paesello rispettivo.
Invece i vecchi a prima vista fanno più impressione: da come si stringono alla loro cubana capisci che fra sei mesi avranno l’infarto che stanno cercando in ogni modo di rinviare. La abbracciano per strada come se avessero anche loro sedici anni, e da dietro le spalle di lui la ragazza lancia sguardi omicidi agli astanti che si permettono di giudicarla.
Anche lei, a pensarci bene, sta solo cercando di sbarcare il lunario e concedersi qualche sprazzo di economia capitalista. Nessuno giudica nessuno, a Cuba, e questo è il bello.
Ma un po’ di pena, questa sì, è lecito provarla.
(Parte seconda di due)

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Roberto Alajmo | 27/11/2012

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