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Cuore di madre


FFSS: FATEVI FURBI, STATE SBAGLIANDO

(Da Repubblica)
Pare che gli adolescenti di oggi maturino più in fretta.
Fin troppo precoci, fin troppo furbi sembrano i giovani del Coordinamento Studenti Medi di Palermo, che in un comunicato hanno messo nero su bianco intenzioni e strategie attuative in vista delle manifestazioni previste per i giorni a venire. In sostanza si prevedono cortei a sorpresa, senza autorizzazione, allo scopo di creare più disagi possibili. Testualmente: "identificando nella pratica del blocco un metodo efficace per fermare realmente il flusso economico cittadino e in grado di paralizzare l'intera città".
Capito quanto sono svegli, i ragazzi? La regola aurea della comunicazione è che più casino fai, più costringi in ginocchio la cittadinanza, più riuscirai a ottenere visibilità e quindi risultati. Il ciclo di lezioni pratiche tenuto dai lavoratori della Gesip negli ultimi mesi è stato molto efficace, e si può dire che sia stato ben assimilato dai giovani. In questo senso gli studenti meritano almeno otto, e si può azzardare che siano pronti a fare irruzione sul mercato del lavoro distorto.
Esiste solo un problema: ammesso e non concesso che la strategia del casino totale funzioni nel caso della Gesip, secondo quale ragionamento dovrebbe funzionare per la protesta studentesca?
I lavoratori della Gesip puntano a ottenere il loro stipendio. Non cercano consenso per la loro causa, sapendo che in ogni caso non lo otterrebbero. Sanno di risultare antipatici, ma possono fregarsene. Sono una minoranza rumorosa, e si regolano di conseguenza. Ma nel caso della protesta studentesca non si tratta di piccioli. Si tratta di principi. Si tratta di ideali.
La protesta degli studenti è fondata su diverse ragioni, e molte di queste ragioni sono condivise dall’opinione pubblica. Stavolta persino buona parte degli insegnanti è d’accordo sui motivi di preoccupazione per lo stato della scuola italiana. Non si capisce allora il senso di una protesta di questo tipo, più furba che intelligente. Anziché cercare la solidarietà della cittadinanza, si gongola all’idea di suscitare un’antipatia generalizzata, anche da parte di chi in partenza condivide le ragioni della protesta. Ai leader del coordinamento studentesco gioverebbe immedesimarsi in una delle migliaia di persone che si troveranno immobilizzate lungo le strade di Palermo, sapendo di essere bloccate apposta e non solo incidentalmente. Cari ragazzi: credete che l’automobilista inferocito che in questo momento state irridendo alle prossime elezioni voterà come sperate voi?
Probabilmente con la strategia del casino totale si vuole costringere i media a occuparsi del problema. Ma il problema riscuote già il massimo dell’attenzione, almeno da parte della stampa progressista. Il disagio provocato dai blocchi premeditati, viceversa, renderà difficile l’ulteriore consenso che serve a vincere una battaglia del genere. Rappresenta anzi un’arma formidabile per le forze della reazione. A meno che, certo, non si immagini che il ministro competente domani legga che a Palermo c’è stato un impazzimento generale del traffico e decida perciò di pentirsi e invertire la rotta del governo.
Già l’occupazione autunnale degli istituti scolastici, anno dopo anno, acquista sempre più il sapore del rituale che si ripete senza sostanziali varianti, e quindi diventa un ronzio di fondo, destinato a spegnersi invariabilmente alla vigilia delle vacanze scolastiche di Natale. Forse dietro l’intenzione di bloccare la città c’è proprio l’esigenza di restituire originalità alla routine della protesta. Ma non è questo il modo: anzi, è controproducente. Esiste un luogo comune: è giusto che i giovani sbaglino e imparino dai propri errori. Tuttavia, nel rispetto del gioco delle parti, bisogna che qualcuno dica a questi ragazzi di stare attenti: avete ragione, ma state sbagliando tutto.

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Roberto Alajmo | 23/11/2012

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