CICLISMO E DISINGANNO
Un italiano, un siciliano, vince il Tour de France da dominatore: e la cosa passa quasi in sordina.
Non che manchino le celebrazioni dell'orgoglio nazionale e isolano, ma è come se fossero in tono minore. Un riflesso condizionato, come quando ti danno una martellata sul ginocchio: reagisci, ma senza vero trasporto.
Il danno procurato da anni e anni di disillusioni, nel ciclismo si sentono. Ci siamo innamorati pazzamente di Pantani, e ci ha deluso. Meno campanilisticamente, c'era parsa eroica l'epopea di Armstrong contro il cancro. Ci ha deluso pure lui. E così tanti altri.
Ciclisticamente siamo diventati innamorati diffidenti, che vorrebbero ma non possono credere a un partner che sempre, in passato, ci ha tradito.
Nibali non c'entra con gli altri e col passato, e sarà un eroe puro. Ma noi siamo diventati vecchi, aspettando il vero amore: quando arriverà, se anche è arrivato, non siamo più in grado di riconoscerlo.