MAI LO STESSO MARE
Già il fatto di trovarsi davanti al mare suscita pensieri grandiosi, che si sforzano di uguagliarne la densità, se non addirittura la profondità.
Come pure il fuoco, anche il piccolo fuoco di un camino, l'elemento acqua attrae e ipnotizza per la sua immobile mobilità. Ogni mare è variante di se stesso. Mai uguale, eppure perenne. In un certo senso somiglia all'essenza delle creature umane: variabile e coerente al tempo stesso.
Osservato ipnoticamente, come certe forme di meditazione, il mare diventa astrazione.
E' confine e confina con l'infinito.
La ricerca di Giuliana Davani consiste nell'indagare questo paradosso insanabile e cercare instancabilmente di scioglierlo, pur sapendo che scioglierlo sarà impossibile.
Ma il senso dell'esistenza è proprio questo: mai smettere di cercare la linea su cui passa il confine con l'infinito.
(Per la mostra di Giuliana Davani, all'Orto Botanico di Palermo)

Roberto Alajmo | 18/04/2015
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