LA TESTA NEL SACCO
In realtà, se anche il Pd fosse stata un'alternativa credibile, se anche l'entusiasmo ci avesse contagiato dal nulla, le elezioni sarebbero state lo stesso una gara ad handicap. Una gara in cui la metà degli aventi diritto ha i piedi legati e l'altra metà tiene la testa dentro un sacco. E' l'effetto che un quarto di secolo di televisione omogeneizzata ha ottenuto: fare marmellata delle intelligenze diverse. La campagna elettorale comincia nel 1982, quando prende forma il finto duopolio televisivo italiano, la via nazionale al pensiero unico. E' stata una campagna elettorale prolungata e strisciante, combattuta nei pomeriggi d'inverno, mettendo metà della popolazione davanti alla televisione e lasciandocela in salamoia, a macerare per anni e anni. E' nel corso di quei pomeriggi d'inverno che si è formata l'infima borghesia, lo strato sociale che ha fagocitato la classe operaia. E' nel corso di quei pomeriggi d'inverno che questa nuova classe ha maturato il suo snobismo plebeo: l'impossibilità culturale di concepire qualcosa di diverso da quel che è. Bisognava togliere il sacco dalla testa di quell'infima borghesia smantellando il sistema televisivo così come si andato cristallizzando negli anni. C'è stato persino il tempo: la sinistra ha governato in due riprese. Bisognava.