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OGGI SUL "RIFORMISTA"

Ora qualcuno dirà ciò che tutti stanno pensando: che il delitto della quattordicenne di Niscemi viene dal profondo di una Sicilia arcaica. E invece no. Sperando di non generalizzare troppo, in Sicilia la violenza nei confronti delle donne ha sempre avuto proporzioni circoscritte. E circoscritte soprattutto alla cerchia familiare. Anche a voler mettere nel conto un’immaginabile percentuale di violenze mai denunciate, non è sul corpo delle donne che si esercita di preferenza la violenza della società siciliana. La figura della donna, per quanto subordinata, è stata sempre circondata da un’aura di rispetto. Prova ne sia l’accoglienza pessima che i violentatori ricevono una volta in carcere, dove vengono assimilati ai pedofili. Le donne e i bambini non si toccano. Da dove arriva allora questo branco che violenta e uccide, con l’aggravante della calunnia postuma? Come arriva proprio nel centro della Sicilia, a pochi chilometri dai luoghi di Demetra? Forse il branco di Niscemi proviene da una dimensione diversa, dove vigono leggi altrettanto violente ma diverse da quelle che fin dalla notte dei tempi vengono osservate nell’Isola. Questo delitto potrebbe essere ambientato ugualmente nel ricchissimo Nord-Est italiano, o in quasi tutti i paesi del Nord-Ovest del mondo. È un delitto globalizzato, figlio della modernissima aspirazione a divertirsi senza pagare dazio al senso di responsabilità. No, non è dal nostro passato che viene questo delitto. È dal nostro futuro.

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Roberto Alajmo | 14/05/2008

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