IL TEMPO ISCHEMICO
Non so da voi, ma dove sono io Comune e Regione si sono incasinati allistante, quando si è trattato di erogare gli aiuti a famiglie e imprese in difficoltà. Raccomandazioni di rimanere a casa moltissime, e stringentissime, e strillatissime. Per quel che riguarda attivamente loro, invece: procedure farraginose, centralini che non rispondono, siti internet che si impallano. E soldi che rimangono una funzione astratta.
Il governo, le regioni, i comuni possono decretare anche mille miliardi di miliardi di aiuti, ma non serviranno a niente se un istante dopo la conferenza stampa la procedura è strozzata.
Ecco che vengono al pettine i nodi del Sistema Italia, dove da cinquantanni assunzioni e carriere nel settore pubblico si sono fatte sulla base di servilismo e incapacità, incapacità e servilismo. Dove da tempo il problema non è nemmeno più la corruzione, ampiamente soverchiata dallinettitudine. Magari, in cambio di un tot di corruzione si potesse avere un minimo di efficienza.
La burocrazia già faceva danni in tempi normali, in tempi eccezionali sta facendo danni eccezionali. Né allorizzonte si intravede un colpo dala, unidea, una felice forzatura che possa sbloccare lanchilosi nazionale.
È un tempo ischemico, quello che stiamo vivendo. Un tempo che si protrae. Con tutto lottimismo possibile: quando lossigeno al cervello manca per troppo tempo, i danni cerebrali rischiano di essere irreversibili.