La terapia dell'idraulico CAP. VI
La lametta emetteva un "trc" o forse un "tzrc" che lo faceva godere intimamente. Ogni trc o tzrc era un colpetto di piacere sulla sua faccia morbida da direttore. Il guaio era che quella faccia da direttore apparteneva ad un piccolo travet, un minuscolo funzionario dell'area patrimoniale e tecnica della grossa azienda. Si svegliava prestissimo per consumare tutte le mattine quel rito imprescindibile. Una rasatura lenta, lentissima, voluttuosa e perfetta. Quella mattina qualcosa non filò liscio. La lametta inciampò come una zappa sulla zolla. Sicuramente non fece trc e nemmeno tzrc ma "shtrc", che divenne un fastidioso fiotto rosso. Sanguinava dalla piega sotto il mento, la piega che delimita il suo mento rotondo dalla sua discreta pappagorgia. Sibilò una bestemmia e fece il gesto di tirare un pugno sullo specchio, ma non lo sfiorò nemmeno. Cercò di distrarre lo sguardo dalla piccola emorragia, il sangue gli faceva senso. Si sentiva svenire. Una crisi vagale lo stava portando giù lentamente, sudava freddo e cercava di non perdere l'equilibrio tenendosi al bordo del lavabo. La vertigine era un girotondo al rallentatore. Finì seduto sul bidet e un filo di sangue si miscelò con l'acqua calda che aprì senza motivo. Si lavò la ferita con l'acqua fredda del rubinetto del bidet contrassegnato con una effe. Si commiserò e andò a prepararsi un caffè. Gianni Maramaus