DA "GIUDIZIO UNIVERSALE"
È commovente lostinazione con cui ogni tanto, a turno, qualche editore decide di pubblicare un libro che parla di calcio. Non tanto le barzellette di Totti e le frasi di Materazzi, ché quelle un pubblico ce lhanno. A rappresentare un atto di fede commercialmente infondata solo i libri come, da ultimo, La matematica del Gol, unantologia di racconti e ragionamenti attorno al gioco del pallone. Fandango lo ha mandato in libreria (con allegato DVD e contributi di Biondillo, Dipollina, Enia, Grossi, Lodoli, Piccolo, Veltroni e Veronesi, fra gli altri) nella speranza di stanare quel pubblico maschile che di calcio parla e si occupa in continuazione, nel nostro paese. Peccato che questi libri di racconti, oltretutto - si risolvano sempre con una diffusione irrilevante rispetto allossessione calcistica che dilaga in ogni altro ambito. Il genere non manca di praticanti illustrissimi. A parte i sempre citati numi Soriano e Galeano, di calcio in Italia hanno scritto fra gli altri Saba e Pasolini. Italiano è pure il più bel racconto sul calcio che io abbia mai letto: I Palloni del signor Kurz, di Michele Mari. Eppure tanto dispiegamento di intelligenza letteraria ha il costante destino di rimanere invenduto, senza riuscire a intercettare il suo enorme potenziale di lettori. Forse il motivo di questo paradosso commerciale è molto semplice. Lossessione calcistica italiana è sì molto diffusa, ma allo stesso tempo primordiale. Chi va allo stadio quasi per definizione non legge libri. Non è nei libri che il tifoso trova lappagamento dei suoi istinti belluini di informazione. Per quello ci sono i quotidiani sportivi, che si fanno concorrenza ogni giorno friggendo laria e confezionandola senza andare letterariamente troppo per il sottile. Ammesso e smascherato questo paradosso molto italiano, speriamo che di libri sul calcio se ne facciano ancora molti, seppure solo per la gioia di noi pochi. (Gianni Allegra: Il giocatore dellAlbergheria)