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il forum di Roberto Alajmo, scrittore





OGGI SUL "RIFORMISTA"

Checché ne abbia pensato il titolista, questo articolo doveva intitolarsi “La scomparsa del Solito Stronzo”. La tesi di fondo, in sintesi, è che gli scrittori italiani di medio calibro sono una razza in via di estinzione. In linea di massima, la scomparsa dei Soliti Stronzi dovrebbe essere una buona notizia, sennonché nel numero dei S.S. mi ci metto a pieno titolo pure io, con una decina di libri alle spalle, un buon successo di critica e una media ragionevole di copie vendute. Col mio curriculum potevo aspirare fra qualche anno a diventare Venerabile Maestro, ma temo che mi tocchi ormai invecchiare e morire da Solito Stronzo. Un’onorata carriera diesel non basterà a fare entrare il sottoscritto nella storia della letteratura. Il premio Strega rappresenta un ottimo termometro infilato sotto l’ascella dell’editoria nazionale: quest’anno se lo giocheranno la Giovane Promessa Paolo Giordano e il Venerabile Maestro Ermanno Rea, mentre gli altri tre, che ragionevolmente potrebbero appartenere all’età di mezzo (il titolo di Solito Stronzo lo riservo a me stesso), non pare abbiano speranza. L’uscita di un nuovo romanzo di un esponente di questo milieu letterario viene ormai accolto da editori, caporedattori delle pagine culturali, presidenti di giurie e organizzatori di festival con uno sbuffo di insofferenza: ma come, ancora un libro di questo Solito Stronzo? E di cosa parla? Esistono gli estremi per un caso letterario? No? E allora, signor S.S., si accomodi nell’apposito cono d’ombra. Il problema dei Soliti Stronzi è che negli ultimi anni è radicalmente cambiato il sistema di valorizzazione degli autori. Sciascia, Calvino, Moravia erano scrittori rispettati anche prima di diventare Venerabili Maestri. Magari vincevano lo Strega nella loro età di mezzo e poi vivevano di rendita. Oggi succede che invece i maggiori riconoscimenti vengono tributati senza mezzi termini “alla carriera” o addirittura “alla carriera futura”. Da Faletti in poi, i casi letterari italiani sono stati tutti opere prime. E tranne Faletti, nel suo genere, degli altri ancora si attende l’opera seconda, per confermare le ottime premesse dell’esordio. A prescindere dal valore del libro (quello di Giordano contiene pagine di assoluto valore), per quanto ne sappiamo al momento, potremmo trovarci di fronte a un nuovo caso Lara Cardella. L’alternativa è il premio al Venerabile Maestro Ermanno Rea, che magari, per una serie di congiunture, ha scritto libri migliori di questo per cui è sul punto di passare alla storia. Non se ne esce. L’unica speranza è che il sistema editoriale italiano abbia ben calcolato gli effetti di lungo periodo della politica che sta praticando. Perché a prescindere dalla maggioranza di Autentici Soliti Stronzi, sarebbe dalle file della categoria di mezzo che dovrebbero nascere i Maestri di domani. Così facendo, invece, rimarranno solo le Giovani Promesse, che rischiano di rimanere schiacciate dal peso delle responsabilità premature. (La foto è di Fabio Gambina)

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Roberto Alajmo | 04/07/2008

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