Londra
Londra: io l'avevo visitata solo da ragazzo nella prima metà degli ottanta: per un paio di giorni e molto superficialmente. Ricordo di quella sbiaditissima esperienza, una ottima birra di fronte ad un piccolo cimitero, un vicolo (sic!) pieno di spazzatura, e il cambio della guardia... Stavolta invece grande godimento, compreso il clima freschissimo. In camicia solo un paio di volte, poi giacca e una volta maglioncino. La birra non è quella del ricordo giovanile ma la Fuller's London Pride e la Bomber sono ottime. Mi sono perso a bella posta certe cose da cartolina, altre le ho volute perché non si dica che "non sei stato a Londra se non hai visto eccetera". Gli inglesi nel mio angusto immaginario li vagheggiavo scorbutici e glaciali: macché: sono cordiali e spesso affabili e non ti prendono per il culo se il tuo inglese fa ridere. Due curiosità: il cielo di Londra è permanentemente trafficato. Non ho mai visto uno scorcio di cielo libero: un aereo dopo l'altro a ritmo parossistico. A Piccadilly Circus un ragazzo (forse albionico) per scommessa ha fatto una cosa da arresto immediato: circondato da uno sparuto drappello di amici sghignazzanti si è calato mutande e calzoncini fino alle caviglie. Tra le risate generali e lo stupore dell'edicolante che mi vendeva un paio di cartoline e una matita tascissima per la mia collezione. Avevo la telecamera spenta. Soho è come la immaginavo, anzi più vivace. Telecamera accesa: la potentissima (economicamente e culturalmente) comunità gay in grande spolvero. Frizzi lazzi e simpatica oscenità. Uno che stavo riprendendo mi si avvicina pericolosamente : per una risata e una boccaccia. Felice di essere stato immortalato. Imperdibile la Waterstone's, libreria generalista di cinque piani: c'erano decine di inglesi che leggevano comodamente quello che gli pareva. Imperdibile la Tate Modern: bellissima e molto ricca. Ma un salto alla National Gallery è obbligatorio. Come non rimanere senza fiato di fronte ai girasoli di Vincent? Ma la commozione è giunta con la celebre sedia. Commozione condivisa con Anna Maria. Ho visto una ragazza in preda a sindrome di Stendhal di fronte ad un dittico di Duccio di Boninsegna. Mi ha commosso anche questo. Maramaus