APOCALISSE (parte prima)
(Alla fine di agosto del 2000, in piena psicosi millenaristica, a Palermo, in un quartiere del centro storico hanno cominciato a cadere topi dal cielo. L’indomani una serie di furiosi incendi, alimentati dal vento di scirocco ha divorato l’immediata periferia della città. Da un cronista dell’epoca riceviamo e volentieri pubblichiamo) Curreba l’anno duemilesimo nel mese di Augusto et un fatto memorabile occurse nella cittade di Palermo, capitale della bella isola di Sicilia. Nello quartiere chiamato Papireto li abitanti misero a jectare altixime grida et fujrono ciascheduno in sua propria direttione. Fatto si era che li topi dello quartiere - che pure semper erano stati numerosiximi - in exo giorno finale del mese di Augusto pigliarono a volare di ramo in ramo et di ramo in terra, spargendo lo terrore in femmine et pueri sopra tutti, ma pur’anco in mascoli viriliximi, quali li mercanti dello viciniore mercato. Bisogna cognoscere che nello quartiere Papireto le apparitioni formidabili d’animali non erano tutt’affatto novitate. Storia o leggenda vuole d’uno alligatore che fuxe pescato ivi nella fognatura et provenixe directamente dall’egittiano fiume Nilo, che col più parvolo et locale fiume Papireto (da cui lo nomen del quartiere) tenebat subterranee collegationi. Di esto alligatore in una bottega non distante ancora si conserva lo cadavere impalliato, contenente al posto delli occhi due torce luminose elettriche dette lampadine, di modo che la belva fungexe all’occorrenza serale in guisa di monumentale lampadario. Abituati per cui a ben altre ferali apparitioni, li mercanti non se ne fujrono tuttavia per lungo tempore, et anzi tornarono a mirare ciò che già cronache orali et gazzette per iscritto avìano preso a chiamare ‘L Gran Miracolo de li Topi Volanti. Esti topi volabano propriamente no, ma insomma cadebano in gran numero dal cielo (o modestamente dalli alberi) infino al selciato; et da ivi currebano rapido pede a infilarsi in tombini et pertugi, creando ‘l timor panico di cui alli righi precedenti. Li scientiati de lo governo della cittade vennero senza invece timore alcuno et studiarono ‘l fenomeno stabilendo provenire exo fenomeno da una parvolixima magione diruta allo piano quarto d’una via de lo quartiere, ove abitavasi un’antiana donna la quale soleba in sua casa accompagnarsi - et anzi: propriamente allevare - topi in grandixima quantità, scopo simpatica amicitia et compagnia. Exendo esta donna di anni supra ottanta era succeduto che la semana precedente ad ipso miracoloso evento, fuxe ricoverata in hospitale per malattia misteriosa insondabile, ma forse riconducibile a dimestichezza colli ratti medesimi. In absentia di exa, li ospiti di casa s’arrabattarono da principio a manducare ‘l cibo che poteron trovare in ogni canto, et post: amen. Aliquanti topi si manducarono intra loro, aliquanti manducarono le tappizzerie de la casa. Et aliquanti se ipsi jectarono dallo balcone in cerca di manducamento: da cui derivò la pioggia roditoria et lo spavento collectivo suxeguente. Taluni humoristi supponettero credere ‘l fenomeno foxe una localixtica applicatione dello motto anglosaxòne che in traductione vulgata risulta exere: pluviono cani et gatti. Col quale s’intenderìa: plùvia senza remixione. Dixero li humoristi che exendo la cittade di Palermo maximamente abitata dalli topi, exi topi et nullo altro animale potrìa plùvere dallo cielo. L’expicatione offiziale et la allegoristica tuttavia non appagarono lo malhumore di pauci jectatori, li quali pigliarono a vedere nello fenomeno de li Topi Volanti presagio di grandi sventure che si accingebano sullo destino della cittade. Exendo la apparitione de li topi sintomo sicuriximo di pestilentia incipiente, secondo exi un grande flagello di morienze era in procinto di abbattersi sulla popolatione in conto delli molti peccati suoi.... (1 - segue) (La foto è di Gigliola Siragusa)