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L'unica volta allo stadio

Da bambino (intorno ai cinque anni) non potevo che essere interista: SartiBurnignFacchettiBedin GuarneriPicchiJairMazzolaPeiròSuarezCorso... Ma un giorno capitò una cosa molto strana. Andai con mio padre da Campione, un negozietto di articoli sportivi al corso Olivuzza, e volevo assollutamente la maglietta nerazzura: ma purtroppo era esaurita. E non sarebbe giunta se non dopo un paio di mesi!!!! Ero disperato: immaginate un bimbetto che finalmente può indossare un sogno e invece torna a casa sull'orlo del suicidio. Apro l'album Panini. E incappo nel Milan: anzi incappo in un giocatore che già stuzzicava la mi fantasia: Gianni Rivera. Portava il mio nome e io volevo essere come lui anche se di profonda simpatia interista. Allora mi concentro sul Milan, anzi vengo rapito da Rivera e decido su due piedi di andare a farmi comprare la maglietta del Milan (disponibile, lo sapevo già). Ma un senso di colpa mi attanaglia e anziché far applicare il numero dieci faccio mettere il numero di osato, il 5... In fondo però speravo di emulare Rivera: insomma un contorcimento niente male. Diventai milanista, anzi diventai riverista. E cominciai già a cinque anni a conoscere il sapore amarissimo delle sconfitte: i derby negli anni sessanta li vinse tutti Herrera. Ma non feci mai una piega. Poi, nel 73 andai allo stadio: fu l'unica volta. A vedere Rivera che calciava il rigore con cui sconfiggeva il Palermo. Rivera qualche mese dopo mise le scarpette al chiodo e io mi ritirai dal Milan e dal tifo calcistico. Berlusconi non c'era ma se ci fosse stato, io avrei mandato affanculo pure Rivera. Maramaus (Siccome il blog è di Roberto e io sono a corto di immagini, la scelta della foto a corredo del post di Maramaus mi è sembrata d'obbligo)

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Daniela Vaccaro | 20/10/2008

Letto [1813] volte | permaLINK | CHI LEGGE, CHI SCRIVE  



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