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DAL "RIFORMISTA"

Prima l’ipotesi di affidare la gestione dei siti archeologici ai privati, poi l’idea di privatizzare le autostrade. La linea Lombardo in Sicilia è segnata, e non si vede chi possa interferire. L’opposizione ha smesso di esistere, la maggioranza è salda e interamente remissiva ai voleri del leader. I soliti intellettuali stanno provando a raccogliere firme di protesta, ma se me lo chiedono io non firmerò perché, lo dico chiaro e tondo: sono favorevole alla privatizzazione sia dei siti archeologici che delle autostrade. Anzi, voglio spingermi fino a essere più presidenziale del presidente: chiedo la privatizzazione dell’intera Sicilia, isole minori comprese. Si faccia una bella gara complessiva o settore per settore, tutto a norma di legge, e si affidi la gestione dell’isola a un cartello di investitori che si impegnino ad amministrarla secondo criteri imprenditoriali. Dev’essere, a scanso di manfrine, una gestione integrale, che comprenda non solo i settori tradizionalmente più privatizzabili, come le attività produttive o la sanità. Il nuovo gestore dovrà addossarsi pure la riscossione dei tributi e l’impiego dei flussi finanziari statali ed europei. Dovrà addossarsi l’onere della pubblica sicurezza, oltre che naturalmente quello dell’amministrazione della giustizia, il settore che più di ogni altro in Italia ha bisogno di essere privatizzato. La gestione integrale della Sicilia da parte dei privati non presenterebbe controindicazioni significative. O almeno: nulla che possa essere messo a raffronto con i vantaggi che ne deriverebbero, e che si possono sintetizzare con la formula: peggio di così, è impossibile. In un certo senso, da parte del presidente Lombardo, si tratta di una dignitosa ammissione di colpa, anche a nome dei suoi predecessori: noi, cittadini e amministratori siciliani dichiariamo di non essere stati in grado di gestire le risorse di questa regione, e cediamo le redini a qualcuno più competente. Dalla concessione dell’autonomia speciale a oggi abbiamo avuto il tempo necessario, ma i risultati non sono stati quelli sperati. Per cui, in quanto siciliani, ci arrendiamo. Portare alle estreme conseguenza il ragionamento delle privatizzazioni farebbe onore al governo regionale. Un gesto nobile: abdicare integralmente alle proprie prerogative. In questo modo, i posteri si ricorderanno di Lombardo paragonando la sua figura a quella di Celestino V, il papa del gran rifiuto. Di lui in futuro si occuperanno i libri di storia, e nel presente anche i quotidiani, precisamente nella pagina degli annunci economici: REGIONE AMPIA METRATURA VISTA MARE CEDESI CAUSA FALLIMENTO. PREZZO TRATTABILE. DA RISTRUTTURARE. (L'illustrazione è di Gianni Allegra)

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Roberto Alajmo | 18/07/2008

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