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MARIANTONIA (racconto erotico) II

(...) Quando fu che sono partito per Gela c'era stata qualche frasetta mia del tipo: Mi Raccomando. E MariAntonia m'aveva risposto tipo: Casomai Ti Faccio Sapere. E sorrideva. Mi ricordo che sul momento ci sono rimasto un po’ così, anche se poi non c'ho pensato più. Ci dovevamo vedere nei sabati e domeniche, e nei sabati e domeniche ci siamo difatti visti per un paio di mesi, con lei che mi raccontava ogni volta il come il quanto e il perché sentiva la mia mancanza, eccetera. Fino quando arrivò un fine settimana in cui non sono riuscito a tornare a casa. Non mi ricordo se c'era un lavoro straordinario da finire o che, per cui persino la sera del sabato la passai a lavorare fino a tardi. E insomma. Mentre sto per rientrare a casa (era supponiamo l'una di notte), prima ancora di mettere la chiave nella toppa, sento il telefono che suona. Ci arrivo di corsa, perché chissà chi mi pareva che doveva essere. Alzo la cornetta ed è MariAntonia, che per prima cosa mi domanda: - Dov'eri? - Eh, a lavorare... Siccome mi sentivo magari in colpa, che tornavo a quell’ora da chissà dove, comincio a raccontarci il perché e il percome di tutto ‘sto lavoro. Lei comunque si vede che veramente non c’interessava sapere dov’ero stato e a fare che, in quanto mi interrompe e fa: - Senti. Ti devo chiedere una cosa. - Eh. Dimmi. - Ti ricordi quando dicevamo di dirci tutto? Tutto tutto? Ahi, penso. E dico: - Che hai combinato? - Niente. Appunto per questo ti telefono… Io non dico niente perché semmai è lei a dovermi dire: - Te lo ricordi a Mannino? (II, segue) (La foto è di Fabio Gambina)

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Roberto Alajmo | 03/09/2008

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