MARIANTONIA (racconto erotico) III
(...) Mannino era un collega del super dove lavora lei, reparto verdura. Me ne aveva parlato sempre come di uno stronzo e strano, strano e stronzo. Per cui sě: me lo ricordavo, ma mi pareva strano che da un momento all’altro, specialmente all’una di notte, spuntava questo Mannino, per cui dico: - Eh. - Sono qua con Mannino che m'ha accompagnata a casa… - Dice che era un figlio di cacata…? - Che dovevo fare? Ho fatto male? Se ho fatto male dimmelo, e la chiudiamo qua. Io non capivo la chiudiamo qua che significava. Chiudiamo qua la telefonata o che? Per cui domando: - Che fatto male e fatto male? Di che male stiamo parlando? - Niente, te lo volevo dire. Questo. - E tu mi chiami a st’ora di notte, mi fai venire uno stinněcchio solo per dirmi che eri con un collega tuo? - Ma non č solo questo… Ci sono gli annessi e connessi… Volevo chiederti il permesso di fare una certa cosa. - Cioč? Quale certa cosa? - Mannino, qua, mi chiedeva una cosa. - E cioč? - Come te lo spiego? Ti ricordi tutti i discorsi che facciamo? Di fare cose di qua e di lŕ…? Che fra di noi c’č un rapporto cosě e cosě… - Che c'entrano ora ‘sti discorsi? - C'entrano. - C’entrano? - C’entrano. Qua bisogna immaginarsi una pausa bella lunga perché č a questo punto che ho capito un pochettino meglio che cosa stava succedendo. Poi mi ripiglio e faccio: - E insomma, che cosa vuole questo Comesichiama? E qua lei: silenzio. Poi: - Vuole che ci faccio una cosa. (III, segue) (La foto č di Fabio Gambina)