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CUORE DI MADRE


MARIANTONIA (racconto erotico) V

(...) A questo punto lo so che dovevo dire. Dovevo dire che un fatto sono fantasie di letto e un fatto è fare cose coi colleghi all’una di notte sul divano di casa mia. E invece non dico niente. Sto zitto anche perché intanto dentro di me - o forse fuori, sotto, fuori e sotto - ‘sta situazione mi sta cominciando a suscitare dei contraccolpi. Allora MariAntonia mi fa: - Posso? - Che posso? - Posso fare? - Tu vuoi fare? - Veramente veramente: sì. - Allora che ti debbo dire? Fai quello che vuoi, allora. - Ma tu non t'arrabbi? - Facci quello che vuoi. Anche se vuoi farci gli annessi e connessi, facceli. Così ti levi la soddisfazione. - No, ti giuro. Ci faccio solo una cosa veloce. Un minuto solo senza manco fare fino in fondo. Lo sai che poi fino in fondo non mi piace, e solo a te ogni tanto te lo faccio. Solo a te. - Mah. Che vuoi che ti dico? - Poi ti prometto che quando torni ti racconto tutto nel mentre che te lo faccio pure a te. Con te però faccio fino in fondo. Va bene? - Fai quello che vuoi. Dopodiché manco aspetto la risposta, chiudo e mi getto sul letto, anche se non so nemmeno io perché: di dormire a ‘sto punto non c'era speranza. Non facevo altro che pensare a quello che MariAntonia stava facendo a Mannino nel frattempo. Mi veniva ogni minuto di prendere il telefono e richiamarla. Ma che la richiamavo a fare? Non è che a quel punto potevo ripensarci e dire: Stop, Ferma, Non Fare Più Niente. Insomma pensavo, e più pensavo più non riuscivo a addormentarmi. E anche se riuscivo ad addormentarmi era inutile, perché dopo dieci minuti il telefono ricomincia a suonare. E’ di nuovo MariAntonia. E chi doveva essere sennò? - Scusa. Dormivi? Scusami… Io manco rispondo, perché se ha chiamato è lei che mi deve dire qualcosa. Me ne sto zitto e la lascio parlare. - …C'è un'altra cosa che ti volevo chiedere. Qua è spuntato che Mannino, qua, voleva… - …Io già lo sapevo come andava a finire… Ora dove siete? - Sempre nella stanza da pranzo. Lui voleva andare di là, ma a me mi parve brutto portarlo nel nostro letto. Che dici, ho fatto bene? - Magari questo… E ora che voleva? - Voleva che finivo di fare quello che ci stavo facendo. - E che ci stavi facendo? - Sempre quello che ci stavo cominciando a fare quando ci siamo sentiti prima. - Cioè… - Eh. Vuole che… Insomma, hai capito. Che dici? (V, Segue) (La foto è di Fabio Gambina)

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Roberto Alajmo | 09/09/2008

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