Una favoletta per Brunetta
Facciamo finta (come dicono i bambini quando giocano: "facciamo finta che io sono il poliziotto e tu il ladro ecc") che una pubblica amministrazione attivi uno strumento informatico, di quelli asettici, che danno numeri soltanto, per contare la posta, ricevuta e spedita, da un certo ufficio. Facciamo finta che attraverso questo strumento si possa quindi capire quanto lavoro è stato svolto, essendo proprio la posta (negli uffici si chiama "protocollo") l'unità di misura delle attività (ogni pezzo di carta deve avere un "numero di protocollo"). Facciamo finta che da questo strumento informatico si scopra che un certo ufficio con importanti compiti assegnati (almeno nel decreto che lo istituisce) in un anno solare abbia ricevuto/spedito soltanto la posta obbligatorio (il foglio di presenza mensile o le domande di congedo del personale) e, facciamo sempre finta, nulla (dicesi nulla) che riguardi le competenze assegnate. Facciamo ancora finta che al dirigente di quell'ufficio tutta la gerarchia sovrastante riconosca il "raggiungimento degli obiettivi contrattuali" e quindi attribuisca sia la "indennità di carica" che il "premio per il raggiungimento degli obiettivi". Facciamo finta, ovviamente. Autorizzo tutti a raccontare questa favoletta la sera ai figli del ministro Brunetta e dell'assessore Ilarda per fargli prendere sonno. La favoletta è raccontata da Giuseppe l'indocile Scuderi (Non ci sono immagini a corredo della favoletta per non turbare il sonno dei lettori)