MARIANTONIA (racconto erotico) I
Con MariAntonia era andato tutto non bene: benissimo; fino quando non successe che da un giorno allaltro pigliarono e mi trasferirono. Col lavoro che faccio succede così. Un giorno pigliano e ti mandano a Gela. Come diceva mia nonna: praticamente, dove perse le scarpe il Signore. Ma io che ci potevo fare? Era questione di prendere o lasciare. Che ci potevo dire di no? Per giunta MariAntonia era una senza problemi: quello che bisognava farsi si faceva e amen. Quando successe del trasferimento erano tre anni che eravamo sposati, più cinque di fidanzamento; e quando mai cerano state discussioni? Se partivamo insieme: bene; se partivamo ognuno per fatti nostri: pazienza. Com'è la canzone? La Lontananza E' Come Il Vento Che Spegne I Fuochi Piccoli E Appiccia Quelli Grandi? E si vede che allora noialtri eravamo Fuoco Grandissimo, se - giuro, giuro - ogni volta che tornavamo da un viaggio ognuno per i fatti nostri finiva che eravamo più innamorati che mai. Anche per le cose di letto: quando mai problemi? Lo facevamo di media non so quante volte; ma che c'entra il quanto? C'entra semmai il come. La specialità nostra era parlare. Mentre che facevamo parlavamo moltissimo, specialmente delle cose che non facevamo. Non so se è chiaro: fantasie tipo due lei e un lui. Due lui e una lei. Massimo, tre e uno. Una e tre. Cose del genere. Non di più. Per quanto riguarda invece il fare in senso stretto facevamo tutto tranne una certa cosa che MariAntonia aveva provato a suo tempo non so con chi, e non cera piaciuto per niente; più un'altra che non aveva provato ma era sicura che non ci piaceva lo stesso, ragion per cui manco voleva provare. Per il resto, nessun problema, facevamo quello che volevamo fare e ci divertivamo per giunta. Ridevamo e scherzavamo prima, durante e dopo. Durante veramente no, perché una cosa l'ho capita: se a uno dei due ci scappa da ridere durante, di solito significa che un qualchecosa non funziona. (I, segue) (La foto è di Grazia)