Questo sito utilizza cookie personalizzare la tua esperienza di navigazione del sito.
Per maggiori informazioni su come utilizzare e gestire i cookie, consulta l'Informativa sui cookie.
Chiudendo questa notifica o interagendo con questo sito acconsenti all'utilizzo dei cookie.


OK  INFORMATIVA  



Vai ai COMMENTI...

Ultimi commenti

Gentile Dottor Alajmo, avrei il piacere di...
.:GAETANO ROBERTO BUCCOLA | @:.
.:22/01/2025 | 11:32:09:.

Grazie Barbara. Vengo poco su questo sito,...
.:Roberto Alajmo | @:.
.:25/08/2021 | 19:27:29:.

È così:
“prima o poi ci si addormenta...

.:Barbara | @:.
.:22/08/2021 | 21:45:51:.

Immaginando fortemente
ho chiesto e...

.:Rosi | @:.
.:22/12/2020 | 11:27:18:.

La paura si inerpica tra di noi, sotto le...
.:Guglielmo | @:.
.:27/10/2020 | 12:20:26:.

Vai ai COMMENTI...



Menu riservato:

il forum di Roberto Alajmo, scrittore



Cuore di madre


ANAPO: LA RISERVA PRIVATA

La scena è ambientata in una sfolgorante giornata di sole. Un Padre e un figlio vanno in passeggiata nella valle dell'Anapo. Per chi la conosce dovrebbe bastare la parola. Per gli altri che invece non hanno avuto la fortuna di visitarla in passato, dovrà bastare una descrizione sommaria: un ambiente naturale intatto, incastonato nella necropoli di Pantalica, nel siracusano. Formalmente sarebbe una riserva orientata gestita dall'ispettorato ripartimentale foreste. E siccome la valle è stretta e lunga parecchi chilometri (sicuramente più di quanti un normale visitatore è disposto a percorrere a piedi), per diversi anni è rimasto attivo un servizio di navette fino al cuore della valle. Arrivati a un certo punto, si proseguiva a piedi all'interno del tratto più incontaminato. Questo fino a ieri. L'ignaro padre di famiglia che assieme al figliolo si presenta oggi a uno dei due ingressi della riserva viene accolto da un signore senza uniforme né distintivo, a bordo di una motoape, che risulta essere un lavoratore stagionale della forestale e fornisce alcune rudimentali informazioni, di cui le essenziali sono due. Primo: il servizio di navetta è stato abolito. Secondo: i mezzi privati non possono entrare. Sulla abolizione delle navette esistono un paio di versioni. Potrebbe essere una questione di sicurezza, visto che la strada è a rischio di caduta massi; ma potrebbe anche essere uno scrupolo naturalistico: pare che sotto i pneumatici dei pulmini finissero la loro esistenza non pochi serpenti e ranocchie. Il padre naturalisticamente coscienzioso si fida del divieto del custode (e ancora a monte: suppone che il custode abbia titolo a vietare) perché l'inibizione ai veicoli è ribadita da un cartello all'ingresso. Sennonché, proprio mentre padre e figlio si incamminano, una automobile saluta il custode e passa. E dopo la prima, una seconda: saluta il custode e passa. E dopo la seconda, una terza: saluta il custode e passa. Il padre, a questo punto, ritorna indietro e domanda spiegazioni. Il custode risponde che possono passare soltanto i clienti di un ristorante agrituristico che si trova all'interno della riserva. Soltanto i clienti autorizzati dal proprietario, dottor Santoro, il quale gode di una servitù di passaggio e nella riserva fa entrare solo chi dice lui. Il buon padre di famiglia non capisce ma si adegua e torna a incamminarsi lungo il sentiero, badando a tirar via il bambino per non farlo investire dalle automobili che li sorpassano, e che a consuntivo risulteranno essere decine. Altre automobili sono parcheggiate nei luoghi più suggestivi del tragitto, tanto che a un certo punto il buon padre di famiglia si convince di essere l'unico cretino in circolazione nel raggio di molti chilometri. Molti pensieri irritati e apprensivi si affollano nella sua testa. Innanzi tutto: i serpenti e le ranocchie. Che ne sarà di loro? Ferma restando la pericolosità dei pulmini della forestale, saranno in grado i simpatici animaletti di scampare alle ruote delle automobili dei clienti del dottor Santoro? A fare da contraltare ai malumori ci sono fortunatamente paesaggi indimenticabili e distraenti. La valle dell'Anapo è talmente bella che sarebbe una miniera di ricchezze se per entrare, come succede altrove, i visitatori pagassero una piccola somma di denaro. Purtroppo la cosa non è fattibile perché a quanto pare la partita Iva della forestale non è compatibile con il pagamento del biglietto e non s'è ancora capito come sia possibile ovviare. C'era pure un progetto per sostituire i pulmini con le biciclette; ma anche le biciclette, alla prova dei fatti, sono state giudicate troppo invasive. Non certo come le automobili dei clienti del dottor Santoro. La passeggiata prosegue. Il bambino è stanco, vuole essere preso sulle spalle. Le macchine sollevano un bel po' di polvere. La stanchezza si fa sentire. Tutti fattori che contribuiscono a rafforzare la convinzione del babbo di essere veramente, appunto, babbo nell'odiosa accezione siciliana, ossia onesto ben oltre i confini della fessaggine. Il timore è che la situazione contribuisca a sabotare il rapporto di stima del figlio nei confronti del genitore. Un timore che diventa certezza quando il piccolo – beata ingenuità – domanda: – "Papà, papà: perché quei signori possono entrare con la macchina e noi no?" - "Perché loro sono amici del dottor Santoro", risponde il padre. E pensa a quanti amici del dottor Santoro al figlio capiterà di incontrare, se deciderà da grande di continuare a vivere in Sicilia.

Condividi su:Condividi su: 
 Facebook  Twitter  Myspace  Google  Delicious  Digg  Linkedin  Reddit
Ok Notizie  Blinklist  Zic Zac  Technorati  Live  Yahoo  Segnalo  Up News

Roberto Alajmo | 15/09/2006

Letto [2798] volte | permaLINK | VITE VISSUTE  



  << CARO PINCO PALLA

LA DONNA CHE SAPEVA TROPPO (DI TE) >>