Le Città (in)visibili
Parigi: fascinosa e magica, altera, bella ed evocativa. Ci ho fatto un diario (cinque quadri che Roberto ha qui proposto, sono i dipinti che ho venduto più facilmente). Buona per gli artisti di fine secolo: l'ottocento, non il novecento, figuriamoci il 2000, a meno che... Londra: adrenalinica, pulsante, frizzante, bella e possibile e impossibile: non avevo la vena creativa al massimo e l'ho guardata radiografata e respirata euforico senza disegnare un solo scarabocchio. C'è una galleria che mi rappresenta, però. Barcellona: viva, frizzante, sensuale e sessuale. Dipingere disegnare e creare da quelle parti sarebbe un tutt'uno. Ci ho fatto un micro diario di acrilici che Roberto e Dani hanno proposto qui: ma ancora sostanzialmente inedito Roma: "troppo bellissima". Aggiungere sì, perché no? Forse è la città più stimolante: per inventare cose alternative, forse. Ma dovrei verificare. Tutte le volte mi ipnotizza e il diario resta bianco. Praga: magica. Fuori dal tempo, anacronistica. Per creare cose surreali e invendibili. Palermo: contraddittoria, di merda (me lo permetto da palermitano doc: prosaico e greve, ma figlio e cittadino integerrimo), superba, bella, scostante, provinciale. Ci dipingo ci disegno e ci creo tra baci e indifferenza, sangue e sputi. Cose belle che ormai pensavo buone per la soffitta e che ritenevo (da me) sopravvalutate, tornano in auge ma fuori tempo massimo. Città distratta, che finge di non vederti. Che ti invidia e ti strugge. Atene, quasi dimenticavo: caotica, sporca, inquinata, bella e bruttissima, ha tutta l'aria di poter tornare ad essere una capitale d'arte. Lo sento. Maramaus L'illustrazione è sempre di Maramaus: sono gli innamorati del Barrio gotico ed è, tra le sue cose, la mia preferita. Quindi la ripubblico.