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OLTRE LA SENTENZA

Siccome abbiamo stabilito che le sentenze non si commentano (stabilito civilmente ma unilateralmente, visto che dall’altra sponda si commentano eccome), cerchiamo di riflettere un po’ sul contorno della sentenza. Più che sulle assoluzioni, per esempio, riflettiamo sulle condanne. Che cosa passa per la testa dei tredici poliziotti condannati? A parte la rabbia, cioè, provano un senso di ingiustizia che trascenda dal loro caso personale? Perché forse i tredici dovrebbero riflettere non tanto sul fatto che loro sono stati condannati, ma piuttosto sul fatto che gli altri sedici invece no. E perché no? Io mi sforzo di stare pasolinianamente dalla parte degli agenti, considerandoli proletari alle prese coi figli di papà. Mettiamola così, e facciamo finta di crederci: ma un dubbio, a questo punto, questi proletari se lo dovrebbero far venire. Il dubbio di essere stati usati. Il dubbio di avere pagato un conto destinato ad altri. Il dubbio di trovarsi a combattere dalla parte sbagliata. Un ragionamento che abbia la pretesa di essere politico non può permettersi di liquidare come fascisti quei tredici picchiatori (fermo restando che di picchiatori stiamo parlando). Si tratta semmai di riguadagnarli alla causa della giustizia. In fondo sono come quei molti elettori italiani che hanno preso per buone le promesse del signor B. Quelli che hanno creduto che siccome lui è ricco avrebbe arricchito anche loro. Che siccome è impunito, avrebbe immunizzato anche loro. Quelli che adesso stanno cominciando a capire che invece per loro ci saranno sempre e solo briciole sul pavimento e calci nei denti. Gli stessi calci nei denti che si erano divertiti a distribuire quella famosa notte. Per questo, potendo, bisognerebbe rivolgersi a quei tredici condannati e, idealmente, a tutti quegli elettori che si sono lasciati illudere. Mettendola non tanto sul piano degli ideali, ma sull’unico piano che sono in grado di apprezzare: quello della convenienza. Cioè: vi è convenuto, comportarvi come vi siete comportati?

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Roberto Alajmo | 15/11/2008

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