IO VOTO ORLANDO
Ci sono persone che nel loro paese a un certo punto arrivano a godere di un'estrema popolarità. Sono i Dubcek, i Gorbaciov, i protagonisti di una stagione di grandi speranze. Le speranze poi fioriscono, oppure non fioriscono: dipende. Succede però che questi timonieri di Grandi Cambiamenti, fatta la rivoluzione vengano messi un po' da parte, almeno nella considerazione dell'opinione pubblica del loro paese. Beninteso: i Gorbaciov sono considerati dei grandi della storia, e fuori dalla loro patria vengono trattati da eroi. Ma di sicuro risultano stimati più all'estero che in patria. Per la gestione degli affari correnti si preferisce affidarsi agli Eltsin, ai Putin. Fatte le debite proporzioni, nello specifico minimo palermitano, è successa la stessa cosa. Dopo la primavera è arrivato l'autunno, e all'autunno un po' tutti sembriamo esserci consegnati. Tutto questo giro di parole, per dire che alle prossime elezioni io voterò Leoluca Orlando. A rischio di sfiorare il chissenefrega, devo dirlo. Orlando avrà i suoi difetti, sarà pure a suo modo populista. Ma a un certo punto questa città sembrava essere uscita dalla palude grazie a lui. E io di questo gli sono grato. Non gli ho mai nascosto le mie riserve, e quando era sindaco non gli lesinavo critiche pubbliche. Se adesso ho deciso di votarlo è perché mi piace l'ideale che lo ha spinto a uscire dalla Margherita per difendere la candidatura di Rita Borsellino. Non era facile, poteva fare il pesce in barile e godersi una candidatura di rendita. Ma ha avuto coraggio, e per questo bisogna premiarlo.
Roberto Alajmo | 01/04/2006
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