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DALL'UNITA' DI OGGI

Per quanto ne possa capire io di cose siciliane, i due Maiorana erano morti da un pezzo, probabilmente incorporati nelle fondamenta di qualche centro commerciale costruito di recente in provincia di Palermo. La più classica delle lupare bianche, con tanto di madre inconsolabile alla ricerca di un corpo cui dare sepoltura. Invece, a quanto pare, le convinzioni mafiologiche devono lasciare il passo alla realtà più romanzesca. C’era persino un che di letterario nell’approccio giornalistico alla vicenda. Tutte quelle varianti su “La scomparsa dei Maiorana” lasciavano intendere che il titolista avesse perlomeno letto Leonardo Sciascia. Questa soluzione inaspettata spiazza un po’. Poteva essere prevedibile che la sparizione dei due non avesse il background umano che poteva avere quella di Ettore Majorana. Ma l’ultimo scenario plausibile lascia pensare molto più a Mattia Pascal. Un doppio Mattia Pascal, i cui contorni sono in buona parte ancora da definire. Ci sono, ad esempio, alcuni dettagli succulenti da mettere a fuoco. Tipo: cosa sa la madre del ragazzo? I suoi appelli erano di autentica disperazione, o funzionali alla messinscena della sparizione? La differenza non è di poco conto, perché è attorno a lei, la donna di famiglia, che il dramma va a coagularsi, tragedia o commedia che sia. E come c’entrano l’altro figlio, la seconda compagna del padre? Come hanno fatto i due imprenditori a far perdere così abilmente le tracce finanziarie? Mica è facile, oggi come oggi, sparire senza lasciare nemmeno l’ombra di un’operazione bancaria alle proprie spalle. Ma soprattutto il punto da chiarire è uno: da cosa sono scappati, padre e figlio? Da cosa volevano farsi dimenticare, che appartiene alla loro vita precedente? Lo scenario più probabile è quello della stangata: hanno preso i soldi e sono scappati. Ma questo genere di truffe non è possibile in Sicilia senza fare i conti con la criminalità organizzata. Quando in passato è successo qualcosa del genere è bastato dare tempo al tempo per arrivare a una sanguinosa resa dei conti. Qualcuno ricorderà il caso di Giovanni Sucato, il cosiddetto Mago dei Soldi di Villabate: prima vennero falcidiati i suoi rappresentanti finanziari, e poi - dopo anni durante i quali lui era anche sparito dalla circolazione –venne fatto saltare in aria assieme alla sua macchina. Comunque sia, probabilmente molti frammenti del puzzle andranno al loro posto, magari anche a breve scadenza. Già fin d’ora, tuttavia, si può azzardare un bilancio per così dire letterario. La sparizione dei Maiorana almeno fino a ieri possedeva uno spessore. Nel caso di una lupara bianca si poteva annusare il sapore di una antica tragedia. Allo stesso modo, anche immaginando una sparizione volontaria, poteva essere suggestiva l’idea di una fuga “filosofica”, con la particolarità di quel legame padre-figlio che ricordava tanto quello fra Butch Cassidy e Sundance Kid. Messa così come pare messa, invece, la loro fuga appare improvvisamente molto più prosaica. Molto più sulla linea Alberto Sordi – Carlo Verdone che su quella Paul Newman - Robert Redford. Che delusione, che caduta di gusto quel farsi beccare in un locale notturno, come una coppia qualsiasi di gaudenti italiani in trasferta. Così tutto assume un sapore di coda alla vaccinara. Ma a ben vedere, forse, in questo esemplare epilogo (se di un epilogo si tratta) c’è tutta la mutazione antropologica della società italiana degli ultimi anni. Non dimentichiamo che l’Italia si è sempre specchiata nella Sicilia come in una propria esasperata metafora. Ecco, in questo caso c’è stato proprio uno smottamento del tono letterario: da Pirandello e Sciascia giù fino al Bagaglino, e oltre.

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Roberto Alajmo | 04/12/2008

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