SCIOPERO ELETTORALE
Se manco Soru ce l'ha fatta, la situazione è anche peggiore del previsto. Magari è il momento di inaugurare uno spazio per gli articoli Vintage, quelli che potrebbero andare sotto il titolo "L'avevo detto, io": questo pezzo è stato pubblicato sulle pagine di Repubblica nel febbraio 2002. Sembra ieri. "Chissà se i dirigenti siciliani dell' Ulivo leggono i giornali. Della cosa è meglio dubitare, considerato che leggerli vuol dire comprarli, comprarli significa andare in edicola e andare in edicola comporta l' uscire da casa. Escono forse mai dalla loro casa i dirigenti dell' Ulivo siciliano? Che la risposta sia negativa si desume pure dal fatto che lo scalpore provocato dalle dichiarazioni di Nanni Moretti non abbia suscitato in loro nemmeno il minimo trasalimento. Non serviranno nemmeno i civili contributi di Fiandaca e Centorrino su queste pagine a suscitare un battito di ciglia che preluda all' uscita dal coma vigile in cui i dirigenti dell' Ulivo siciliano versano da diversi anni a questa parte. E d' altronde il sistema d' apparato da cui traggono la loro ragione di vita è strutturato in modo che nemmeno dalle trombature personali possano trarre materia di autocritica: dirigenti bocciati e ripescati per carità di partito vengono anzi promossi alle massime cariche, di modo che possano gestire le briciole del sottopotere riservate loro dal sistema maggioritario. I viaggi premio regionali che i barracuda del centrodestra vorranno concedere loro, i ruoli di minoranza nei consigli d' amministrazione, le comparsate alle succursali del Maurizio Costanzo Show sono i piatti di lenticchie in cambio dei quali essi sono disposti a svendere la possibilità di partecipare con cognizione di causa alle prossime (per loro fortunatamente lontane) consultazioni elettorali. Uno di questi segretari una volta diventò assessore. Era il tempo dell' inconsulta apertura della giunta Orlando ai partiti. E delle due l' una: o scemenza era stata la precedente entrata della società civile, o scemenza fu la successiva estromissione. Ebbene, alla notizia che una sparuta pattuglia di Palermo Anno Uno stava manifestando a favore - attenzione: a favore - della giunta, il neoassessore ebbe un moto di fastidio e commentò testualmente: ĞAdesso veramente sarebbe ora che la gente ci lasciasse lavorare in paceğ. Quali risultati abbia poi avuto il lavoro in pace dell' assessore, sia a livello comunale che a livello regionale, s' è presto potuto constatare. A onor del vero altri neoassessori di partito salutarono con piacere la manifestazione di Palermo Anno Uno. E tuttavia l' episodio è rivelatore di una mentalità spocchiosa che non ha più nemmeno il pudore di tenersi nascosta. Non costituisce un deterrente alla perpetuazione del sistema nemmeno il fatto che, dati alla mano, la dirigenza dell' Ulivo siciliano ormai a stento rappresenta se stessa. E anzi è tradizione storica che in particolare i segretari del PciPdsDs, dopo aver dato gagliardamente mano allo smantellamento del partito in Sicilia, vengano chiamati a Roma per distruggere il partito anche a livello nazionale. Figuriamoci se adesso basteranno le paturnie di un artista a seminare il dubbio nei loro privati conciliaboli di coalizione. Al massimo le accuse di Moretti serviranno ad alimentare un dibattito (rigorosamente interno, per carità) che si risolverà fra sei mesi con una autoassoluzione per insufficienza di prove. E allora proviamo con un altro sistema. Moretti ha sbagliato in una cosa: ha detto che continuerà a votare per il centrosinistra. In questo modo però contribuirà ad avallare il narcisismo della dirigenza che lui stesso ha messo sotto accusa. Meglio allora chiamare l' elettorato progressista a un vero e proprio sciopero del consenso. Comincio io: dichiaro che fino a ieri ho votato per la sinistra e che a partire da domani non la voterò più manco morto. Almeno fino a quando a pretendere di rappresentarmi sarà una dirigenza tanto insipiente e autoreferenziale". (Illustrazione di Gianni Allegra. Grazie a Luigi Riotta che è riuscito a ripescare l'articolo)