ETERNITA' RELATIVA
(Oggi su Magazine)
lapocalisse ha preso forma di inondazione, come un beffardo contrappasso sulle stesse terre già messe in ginocchio dalla mancanza dacqua.
Fiumi di fango e spazzatura hanno ripreso a correre sul letto di fiumare prosciugate, trasformate in discariche o strade, immaginando che la siccità sarebbe durata per sempre: e nella devastante convinzione che per sempre coincida con larco di tempo della nostra esistenza. Dopo, chi se ne frega.
Certe volte, però, per sempre finisce presto, e dura meno ancora della nostra aspettativa di vita. La nostra eternità provvisoria è fragilissima. Basta una pioggia autunnale per trasformare la spensieratezza in tragedia.
Ma non è nemmeno una tragedia a poter scuotere la famosa rassegnazione delle popolazioni meridionali. Luomo che ha perso tutto siede idealmente sulla riva del fiume e aspetta che passi la piena, secondo la nota prescrizione proverbiale: calati junco. Da domani ricomincerà a costruire i suoi castelli di sabbia, e di nuovo fin dentro il fiume. Nella smemorata convinzione che durino per sempre.