MUTANDE DI LATTA
La mia idea è che in Italia, in Sicilia, ma specialmente a Palermo, dovremmo mettere un elmetto (anche il casco della moto va bene), indossare mutande di latta e scendere in cantina, o comunque nel posto più sicuro della casa. Dopodiché sederci e aspettare. Certo, intanto che aspettiamo possiamo parlare, mangiare, respirare tranquillamente. Ma senza dimenticare quello che sta per arrivare. Sta per arrivare il Grande Collasso. Forse arriverà sotto forma di una crisi finanziaria, in stile 1929. Oppure come nel 1918, quando arrivò lepidemia di influenza spagnola. Oppure si tratterà di una guerra, come nel 1939. Oppure gli LSU non riceveranno lo stipendio e faranno la rivoluzione. Oppure si estingueranno i genitori della generazione che oggi ha 30 anni, quella che in maggioranza si arrabatta con lavoretti precari da 400 euro al mese: si ritroveranno tutti col culo per terra e si scatenerà unondata di suicidi. Insomma, il tappo deve saltare, prima o poi. Come quei vulcani che rimangono silenziosi per troppo tempo, e tanto più devastante poi sarà leruzione. A Catania, forse, in questo sono più avanti di noi: lamministrazione comunale è arrivata alla bancarotta, si trova sullorlo del baratro e continua imperterrita ad avanzare. Complimenti, perché il Grande Collasso sarà comunque un contributo alla chiarezza. Quelli che riusciranno a sopravvivere potranno uscire dalle cantine, togliere le mutande di latta e mettere a frutto il loro talento su un mercato del lavoro e delle idee un po meno intasato e vizioso di quello di oggi. Un dopoguerra, ci vorrebbe per Palermo. Fermo restando che, prima, il Grande Collasso sembra inevitabile. La regola di comportamento da adottare, specialmente da parte delle giovani generazioni è duplice. Da un canto attrezzarsi per il peggio (mutande di latta, eccetera) dallaltra continuare a comportarsi come sempre in passato, specialmente alle urne. Arrivati al punto in cui siamo, tanto vale accelerare i tempi. (Illustrazione di Cecilia Capuana)