L'AGUGLIA IMPERIALE
Golfo di Taranto. Sera. La noia possiede almeno una qualità in comune con la corsa o il nuoto: passata la prima fase, salito il primo gradino, provoca un benessere diffuso. Produce endorfine positive. Si acuiscono i sensi, si trae il massimo profitto da ogni sollecitazione. Levento del giorno è la pesca dellaguglia imperiale, che costituirà la nostra fonte di alimentazione per almeno un paio di giorni. Quando al tramonto si cala la lenza a traino, presto la si dimentica, concentrandosi su altre piccole incombenze di bordo. Poi improvvisamente la canna si piega e il tempo accelera allimprovviso. Mattia va a tirare il mulinello un po alla volta, lascando che il pesce si sfianchi nel tentativo di liberarsi. A bordo si fanno illazioni sulla stazza della preda. Alla fine risulterà essere una aguglia imperiale sui dodici chili. Una bestia che si batte finché può, ma viene finita nel pozzetto di Adriatica con un coltello, con grande effusione di sangue, a sua volta spazzato via a forza di secchi dacqua di mare. È una scena piuttosto cruenta, arcaica e cruenta, di quelle che sarebbero piaciute ad Hemingway, e ad altri farebbero venir voglia di diventare vegetariani.