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LA FIONDA MARINA

Dal diario di bordo di Adriatica. 5 settembre. Leuca, Bar del Porto. Sera. Si sono invertiti i poli dell’interesse, a quanto pare. Prima mi succedeva di godermi una traversata in funzione dell’approdo. M’importava sbarcare e scoprire la terraferma. La traversata era l’elastico della fionda che veniva teso, ma importante era lo scoccare terrestre. Era la terra che dava un senso a tutto il mare che veniva attraversato. Adesso scopro che mi succede il contrario. Già ieri notte sono sceso da Adriatica con il mio tempo, senza la solita fretta di sentire qualcosa di stabile sotto i piedi. Ora ne sono sicuro: sto aspettando di riprendere il mare. Qui sono tutti estremamente cordiali e accoglienti, ma mi sento fuori posto, e mi accorgo che anche per l’equipaggio è così. Ho voglia di tornare in barca. Voglia di ripartire. (Si ringrazia la rivista Giudizio Universale)

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Roberto Alajmo | 28/09/2008

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