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DIETRO L'INDIGNAZIONE

Ieri, il ritorno a casa di Pietro Maso. Oggi il ritorno della casa a Ferdinando Caretta. Le due notizie, una di seguito all’altra fanno specie, e si è portati a contestualizzarle nel clima di diffusa impunità che si respira in Italia di questi tempi. Sembrano fatte apposta per far spalancare la bocca dei benpensanti in un oh di condivisa indignazione. Viene da pensare: ma come, questi ammazzano i genitori e dopo qualche anno di carcere sono pronti a riassaporare la libertà, e una libertà remunerata col frutto dei loro delitti, per giunta. Considerata l’età di entrambi, ancora relativamente giovani, e considerata la difficoltà di inserimento delle ultime generazioni nel mondo del lavoro, ammazzare entrambi i genitori – e un fratello, nel caso di Ferdinando Caretta – potrebbe diventare addirittura un investimento per schiere di giovani imprenditori sempre più numerosi e spregiudicati. Innanzi tutto c’è la mitizzazione della perversione: specialmente Pietro Maso, nell’immediatezza dell’arresto, riceveva continue richieste di matrimonio. Ed erano ragazze, si capisce ora, che avevano fiutato l’affare a medio termine. Adesso si aggiunge anche la controprova: il delitto paga. Con assegni postdatati, ma paga senz’altro. Ma a procedere per paradossi non si riesce ad andare molto oltre la patina del cinismo. A voler cercare di pensare un po’ più in là, nelle due notizie di cronaca, nella loro consecutività, si può riscontrare anche un veleno più sottile e persistente, destinato a colpire l’opinione pubblica nel suo complesso. La reiterazione di notizie del genere porta a una forma di narcotizzazione diffusa. Quante volte al mese uno può indignarsi per fatti del genere? Una, due volte? In questo caso, la dose minima è stata superata abbondantemente nel giro di ventiquattr’ore. Se domani si scoprisse che Erika e Omar si accingono ad aprire un b&b nella villetta di finale ligure, nemmeno ce ne accorgeremmo. Gli oh dei benpensanti sono destinati a diventare sempre meno larghi, e lo smottamento dei confini dell’indignazione nazionale passerà quasi indolore. Resta da annotare solo un ultimo effetto collaterale di questo stillicidio: naturalmente nell’amnistia morale generalizzata sono compresi anche i crimini meno efferati e ripugnanti per la morale comune. Di fronte a casi del genere, l’impunità di un bancarottiere o di un politico è destinata a passare inosservata. Quasi triviale, continuare a parlarne. (Illustrazione di Gianni Allegra)

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Roberto Alajmo | 16/10/2008

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