LA CORSA DI LAMPEDUSA
Dal diario di bordo di Adriatica, 10 settembre. A Lampedusa si viaggia per trovare uno dei mari più belli del Mediterraneo. Per la spiaggia chiara dell’isola dei Conigli, dove le tartarughe quand’è stagione vanno a depositare le loro uova. Poi le uova si schiudono e comincia la corsa delle tartarughine verso il mare. Sono meno di cento metri durante i quali si consuma una disperata lotta per la vita. I gabbiani rappresentano un’insidia alla sopravvivenza stessa della specie. Solo poche tartarughe riusciranno a raggiungere il mare, e anche quelle, dopo che hanno lasciato la spiaggia, saranno in balia dei predatori. A rileggere il paragrafo precedente si capisce in che senso Lampedusa è un’isola altamente metaforica. Difficile sfuggire al paragone fra la corsa delle tartarughe verso il mare e quella dei migranti che su questa stessa isola arrivano ogni anno a migliaia. Una corsa uguale e contraria: le tartarughe attraversano la terra per arrivare in mare, e gli uomini il mare per arrivare alla terra. Anche in questo secondo caso, solo uno su cento ce la fa. Anche in questo caso la selezione della specie avviene senza misericordia possibile. (Si ringrazia la rivista Giudizio Universale)