C'E' GROSSA CRISI
(Una sintesi dell'articolo uscito ieri sull'Unità) Secondo me, questa crisi finora è stata solo il trailer di se stessa. Quando invece nelle sale arriverà il film vero e proprio, sarà una delusione. Succede spesso: nel trailer vanno a concentrarsi tutte le battute migliori e le scene più spettacolari, dopodiché sulla distanza delle due ore, la pellicola non potrà che deludere, diluita comè. E questo non tanto perché la crisi sarà meno grave, rispetto a quella del 29: nessuno può saperlo. Rispetto ad allora oggi sono cambiate molte cose. Non mi conviene più rattoppare un pullover, perché bene o male posso indossare molti di quelli che ho accumulato negli anni delle vacche grasse. Certo, niente grandi marche: ma un paio di pantaloni potrò sempre rimediarli a un prezzo ragionevole, andando al mercatino. Non ci saranno lunghe code in attesa di un piatto di zuppa agli angoli delle strade. No: la nuova crisi si prospetta molto meno spettacolare, e ognuno sarà chiamato a viverla in maniera autarchica. Gli indizi di questa autarchia domestica cominciano ad affiorare già nella differenziazione degli acquisti e dei regali natalizi. Piuttosto che il forno a microonde preferisco comprare la macchina del pane, così me lo faccio in casa e alla lunga risparmio. Mi compro la yogurtiera così lo yogurt ce lho ogni giorno belle fatto. Mi compro il kit per tagliare i capelli in casa, così il barbiere non mi vede più. Chi cha il giardino magari proverà ad allestire lequivalente di un orto di guerra. Il tutto, comunque, allinterno della propria casa. Alla lunga, usciremo sempre meno, fin quando non usciremo più nemmeno per comprare il pane, perché non ci sarà bisogno. E anche di tante altre cose, scopriremo di poter fare a meno. Meglio non cadere in tentazione, non andare nemmeno a guardarle, le vetrine. Lo scenario che si delinea è quello di una Grande Depressione Invisibile, consumata individualmente o per singoli gruppi familiari. Tante piccole isole con altrettanti Robinson Crusoe che si arrangiano come possono. Le prime ad essere potate, ovviamente, sono le spese voluttuarie: il cinema, gli spettacoli. Ognuno se la vivrà per contro proprio, questa crisi. Nel chiuso del proprio tinello, davanti al televisore, ossia lo svago che costa meno e stordisce di più. Al massimo, succederà di commentare sul pianerottolo, incrociando il vicino mentre la sera andremo a depositare uno scarno sacchetto dellimmondizia: ha sentito ragioniere? Si è ucciso il pensionato del quarto piano. E perché? Non si sa, forse era infelice, non ce la faceva ad arrivare alla fine del mese. Povero lui. E anche poveri noi, che manco una crisi allaria aperta, potremo permetterci.