Buon compleanno, Roberto, uomo di poche parole scrittore giornalista
Quarantanove. Ci pensi? Servono dodici lettere per scrivere quarantanove. Un'enormità. Ricordo che anni fa i settimanali che si occupavano di gossip avevano l'abitudine di mettere tra parentesi l'età dell'attore o del cantante che veniva ritratto in fotografia. Per almeno cinque anni di seguito persone come Claudio Villa o Sylva Koscina risultavano avere 49 anni. Perché? Era forse quel limite di età la soglia dell'abisso? Tu come ti senti, adesso, che stai per entrare nell'ultimo anno, che è vigilia della fatidica cifra? Immaginati seduto in treno, nel sedile vicino al finestrino, spalle alla locomotiva. Immagina la velocità del treno e quei paesaggi che scappano via, accavallandosi, lasciando una scia di colori e di luci. Se ciò che vedi fosse il feedback di tutta la tua vita, quanto tempo ti ci vorrebbe per arrivare a questo momento? Che sciocchezze che scrivo. Tutto ciò che abbiamo alle spalle è infinitamente esteso, non sempre vissuto al meglio. Immagino che, probabilmente, dici a te stesso che mai cambieresti alcune morbidezze di questi tuoi ultimi anni, nei quali ami poggiarti, o stravaccarti, quando sei solo, rilassandoti, come quando ci si toglie delle scarpe strette. E fai bene, se così è, se questo serve a darti la pace che cerchi. Anche se la pace mal si sposa con il mestiere che hai scelto. Sai resistere alla verità dello specchio che hai di fronte? Menti a te stesso come faccio io? Sorridi alla ruggine? Non ci conosciamo a questo punto. E non potrebbe essere diversamente, forse. Epoca di cambiamenti, la nostra. Quest'anno ne ho fatti 50. Nove lettere per scrivere cinquanta. Ti ho fregato: guardo ciò che fai dallo specchietto retrovisore. Buon compleanno Roberto, uomo di poche parole, scrittore giornalista. Con affetto (L'autore è Luigi Riotta, ma mi permetto di dire che molte delle cose che ha scritto - accidenti a lui - le avrei voute scrivere io)