L'OSMOSI DELLA SOMIGLIANZA
(Quello che segue è un frammento dal libro che uscirà a marzo: "L'arte di annacarsi - un viaggio in Sicilia". Il capitolo riguarda Cefalù. Si parla del ritratto di ignoto dipinto da Antonello da Messina)
...Viene conservato al museo Mandralisca: molto polveroso, di concezione arcaica, parecchio bisognoso di fondi per essere ristrutturato, ma che forse proprio per questo costituisce una cornice formidabile per questo ritratto che magari al Louvre rischierebbe di passare inosservato. Qui ci si arriva davanti dopo aver accumulato una grande aspettativa, e il rischio sarebbe quello di vederla dissipata di fronte al quadro in sé, che è solo una piccola tavola dipinta. Dipinta, certo, con grande talento. A osservarla da vicino si nota che la barba, per esempio, non è data da una sfumatura di colore, ma proprio dal tratto dei singoli peli, dipinti uno per uno. E poi soprattutto cè lo sguardo e cè il sorriso, quello sguardo e quel sorriso che irridono chi li osserva, forse indovinando i suoi dubbi: chi è la persona ritratta?, che mestiere faceva? E soprattutto: che ha tanto da sorridere? Sciascia faceva notare che quello sguardo, quel sorriso, quel sarcasmo che trapela è comune a tutti i siciliani. Il ritratto del Mandralisca è una specie di milite ignoto siciliano, e a metterla così può sembrare una trovata letteraria. Poi però cè il custode che ti segue come unombra nel corso della visita al museo: e sorride come luomo del ritratto. Poi cè laltro custode, che aspetta giù: identico pure lui. Non è unimpressione: è come se ci fosse una specie di osmosi che si trasmette dal quadro, e a forza di restare esposti alle sue radiazioni estetiche si finisce per somigliargli. Un po come succede con limmagine di ciascuno che il resto del mondo si è fatto: arrivati a un certo punto, bisogna rassegnarsi alla somiglianza.