ALMENO L'ITAGLIANO SALLO
Leggere gli sfondoni grammaticali del Ministro dell’Istruzione – del Ministro dell’Istruzione – č desolante, certo. Ma per un certo verso anche un sollievo. Nel bombardamento informativo ogni tanto si viene presi da uno sconforto: ma puň essere che sono io politicamente prevenuto? Puň essere che lo sbaraglio delle dilettanti in politica non sia poi tutto questo gran danno? Che tutto questo danno sia veramente un’invenzione dei giornali di sinistra? Batti e batti, a forza di ritrovarsi in minoranza uno immagina di avere torto. Le opinioni sono per definizione soggettive, e uno il dubbio se lo fa venire. Poi leggo che il Ministro dell’Istruzione del paese dove mio figlio vive e studia, scrive e manda a un quotidiano frasi come: “I professori ad esempio devono provenire dalla regione nella quale insegna”. Oppure: “La polemica č distituita di ogni fondamento soprattutto per chi č rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto”. Ecco la consolazione. Perché questa non č un’opinione politica. Č grammatica. E in grammatica, salvo piccole sfumature, chi ha torto ha torto, chi ha ragione ha ragione e chi č ignorante č ignorante.