Ragazzi di oggi e di ieri
Che piacere Assessora leggere il suo commento, perchè aggiunge altri pezzi importanti (a parte il fatto che mia sorella insegna matematica e scienze alle elementari, entrata di ruolo l'anno scorso a 36 anni, dopo aver studiato e passato selezioni per insegnare inglese e francese, vi dovrei far conoscere!). Innanzitutto la fine, le colleghe che hanno vissuto nel loro isolato per crescere i figli: hanno fatto una scelta, bellissima se voluta e che come tale va ammirata e rispettata. Perchè un punto chiave credo sia proprio questo, la possibilità di essere coerenti alla propria indole e ai desideri di ciascuno. E poi i pigri e gli indolenti e i lamentosi. Non li sopporto, mi fanno arrabbiare, ne vedo tantissimi a tutte le età ma quando sono giovani mi fanno rabbia. Eppure, quando ho la lucidità di guardali con distacco e benevolenza, mi chiedo quanto non siamo tutti un po' responsabili di questo modo di fare e spesso di essere. C'è una responsabilità personale dalla quale non si sfugge, ma ce n'è anche una collettiva, pure se non scusa nessuno. Faccio la giornalista, 10 anni fa ho girato per due stagioni scolastiche l'Italia: ogni settimana passavo due giorni con una classe diversa, biennio delle superiori o medie, da Pantelleria a Tarvisio. Non me li ricordo tutti, ovviamente, ma di alcuni ho ricordi vividi e nelle situazioni più assurde c'erano sempre intelligenze vive, curiosità, potenzialità. Ogni volta che sentivo dire "i ragazzi di oggi non sono più come quelli di una volta, come eravamo noi" mi arrabbiavo. Un paio di generazioni non bastano all'evoluzionismo per modificare una specie, i 14, 16enni di oggi sono uguali a quelli di 50 anni fa. Non vado avanti per questa strada perchè aprirei un altro dibattito, però quello che volevo dire è che io li trovavo pieni di vita e di possibilità. Come li abbiamo aiutati a crescere? che scuola hanno frequentato? che televisione hanno guardato? che libri hanno letto? che sport hanno fatto? quale attenzione hanno ricevuto dai genitori? quale politica si è preoccupata di loro? Si scriveva qui del privilegio del lavoro, non voglio aggiungere amarezza, ma a tratti trovo che il vero privilegio sia quello di avere gli strumenti e la voglia per combattere e cercare di costruire il proprio futuro somigliante ai nostri sogni. Iko