TROPPA GRAZIA
Per i siciliani: Alice in Wonderland sta agli altri film di Tim Burton come la cassata sta alla cassata al forno. Ossia, per i non siciliani: gran gioia per gli occhi, ma anche, ex post, un eccesso di zuccheri in circolo nel sistema arterioso.
Rispetto ai precedenti, questo film può contare su una gran profusione di mezzi, a cominciare dal sistema 3D. E questo forse altera la dimensione artigianale che è sempre stata caratteristica dei lavori di Burton. Di sicuro è alterato il dosaggio miracoloso degli ingredienti. Negli altri cera estetica gotica q.b. e visionarietà barocca q.b., secondo una miscela empirica che finora si era perpetuata sempre con successo, almeno da Nightmare before Christmas a Big Fish. Stavolta invece la terza dimensione fa saltare tutto.
Non che il film sia brutto: ma di sicuro è troppo.