CANI E PADRONI
(La rubrica 2012 questo mese su ANIMAls)
Non si sa con precisione se la fine del mondo avverrà in senso letterale ipotesi uno: disintegrazione del pianeta terra oppure in senso figurato ipotesi due: sterminio del genere umano. Nel secondo caso sarebbe interessante stabilire quale creatura prenderà il posto delluomo. Potrebbero essere degli extraterrestri, come ne LInvasione degli Ultracorpi (Don Siegel 1956), dove gli alieni succhiavano le sembianze dei singoli terrestri introducendo un grosso baccello in casa di ciascuno. Poi il baccello si schiudeva e veniva fuori un tizio uguale in tutto e per tutto allinquilino titolare, tranne che per lo sguardo fisso e lassoluta mancanza di sentimenti umani. Se ci fate caso, ne circolano già un bel po.
Ma lipotesi più scientificamente fondata è che finita la sua parabola terrestre, la razza umana si estinguerà lasciando campo ad altri. A un certo punto così successe ai dinosauri: scomparvero, e dopo qualche tempo gli uomini presero possesso del pianeta. Resta da stabilire adesso gli uomini a chi siano destinati a lasciare il posto. In realtà qualche indizio è possibile trovarlo, spigolando fra le cronache di questi anni. La risposta è: ai cani. I cani sono probabilmente destinati a diventare la nuova razza dominante del pianeta. Addirittura è possibile individuare la culla della nuova civiltà, che si trova proprio nel cuore della vecchia Europa.
In Romania già oggi si contano due milioni di cani di strada su 22 milioni di abitanti. Il più grave randagismo di tutta l'Unione Europea. Il problema iniziò a incistarsi nel corpo della società romena a seguito della politica urbanistica di Ceausescu, che soppiantò le tradizionali case dotate di cortile con anonimi palazzoni in stile socialista reale. Qui agli inquilini era proibito per legge di portare i cani. Risultato fu una stagione di abbandoni di massa. I cani lasciati a se stessi andarono in cerca di cibo, si moltiplicarono e selezionarono la specie sulla base di resistenza, forza, intelligenza e aggressività.
A un certo punto le autorità decisero di arginare il fenomeno e ritardare il più possibile linvadenza canina. Cominciò una campagna di accalappiamenti e uccisioni di massa. I canili pubblici si trasformarono in campi di sterminio. Un brutale pogrom dei cani che somigliava ad altri, esercitati da uomini nei confronti di altri uomini. Era il 2001, e durò fino al 2008. Poi prevalse una linea più sottile, fatta di catture e sterilizzazioni di massa. Ma i cani continuavano a circolare per le strade di Bucarest e delle altre città rumene, per cui, come succede in questi casi, i singoli cittadini hanno continuato a farsi giustizia da sé, surrogando la funzione statale e avvelenando gli animali con un sistema fai da te di polpette avvelenate.
Succede tuttavia che il fenomeno, anziché diminuire, va crescendo. Se in una zona si fa piazza pulita, le risorse alimentari di quella zona, soprattutto le discariche, diventano territorio di conquista da parte di altri cani che vengono da zone limitrofe. Sono questi altri a prendere il posto di quelli avvelenati. E continuano a riprodursi, rinforzati dalla minore competizione sul territorio. Ogni generazione è un po più furba e un po più insolente della precedente. Diventano sempre più sicuri di sé. Sempre più consapevoli. Sempre più arroganti.
Alla prossima occasione cerchiamo di essere gentili coi cani. Potrebbero diventare presto loro, i nostri padroni.